Padre Ariel torna domani sera su Rete4 al programma “Dritto e Rovescio”. Al quesito rivolto da molti Lettori che hanno chiesto se fosse preoccupato ha risposto: «Devo esserlo, perché sono di Cristo e non del mondo»

— attualità ecclesiale —

PADRE ARIEL TORNA DOMANI SERA SU RETE4 AL PROGRAMMA DRITTO E ROVESCIO. AL QUESITO RIVOLTO DA MOLTI LETTORI CHE HANNO CHIESTO SE FOSSE PREOCCUPATO HA RISPOSTO: «DEVO ESSERLO, PERCHÉ SONO DI CRISTO E NON DEL MONDO» 

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Se in certi contesti sbagli, non è come quando scrivi la bozza di un articolo sul computer, non puoi tornare indietro, correggere e sistemare il tutto prima di pubblicarlo … in una diretta quel che dici è detto e quel che è fatto è fatto.

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Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

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Cari Lettori,

il programma condotto da Paolo Del Debbio su Rete4

domani sera in seconda serata sarò nuovamente tra gli ospiti di Paolo Del Debbio al programma Dritto e Rovescio su Rete4.

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Giovedì scorso non abbiamo dato alcun annuncio sulla nostra rivista L’Isola di Patmos in occasione della mia prima partecipazione. Lo faccio adesso per rispondere a numerose persone che mi hanno inviato messaggi augurandomi che tutto vada bene. A coloro che mi hanno chiesto se fossi preoccupato ho risposto:

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… certo che sono preoccupato, devo esserlo. Confido però nell’assistenza della grazia di Dio che non mi è mai mancata, basta chiederla, ma soprattutto accoglierla e metterla a frutto.

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In queste circostanze molto delicate, dove vanno misurate non solo le parole immediate ma anche i sospiri, non bisogna mai sentirsi sicuri. Quella sicurezza che spesso fa rima con arroganza se non peggio col peccato capitale della superbia, può indurre a scivolare nei peggiori errori, con gravi conseguenze che possono protrarsi nel tempo, specie per un sacerdote, che potrebbe rimanerne segnato anche per tutta la vita.

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Se sbagli in certi contesti non è come quando scrivi la bozza di un articolo sul computer, non puoi tornare indietro, correggere e sistemare il tutto prima di pubblicarlo … in una diretta quel che dici è detto e quel che è fai è fatto.

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Basta però pensare a Dio e al mistero della grazia, per niente invece all’ “io”. Soprattutto va tenuto sempre presente quel che insegna il Santo Vangelo: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe» [Mt 10, 16]. E ancóra: «il vostro parlare sia sì quando è sì e no quando è no, perché il di più proviene dal Maligno» [Mt 5,37]. E in certi ambienti e situazioni il Maligno può essere molto di casa, però alle volte bisogna affrontarlo, ma sempre e solo confidando sulla grazia di Dio, perché con le nostre sole forze sarebbe impossibile reggere anche un suo semplice soffio. Se però col Beato Apostolo Paolo crediamo e diciamo: «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» [Gal 2, 20], anche il pericolo più insidioso può essere evitato: «Camminerai su aspidi e vipere, schiaccerai leoni e draghi» [Sal 90, 13].

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Ringrazio molto il mio confratello e nostro autore Padre Ivano Liguori per il sapiente articolo che ha scritto sulla nostra Isola di Patmos dopo la puntata dello scorso giovedì 31 ottobre [cf. QUI], come ringrazio il mio confratello e nostro autore Padre Gabriele Giordano M. Scardocci per i suoi preziosi consigli.

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dall’Isola di Patmos, 6 novembre 2019

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