Dalla grande “Sabrina” interpretata da Audrey Hepburn alla piccola Sabrina Bosu, che mette in scena le note manipolazioni dei neocatecumenali dopo una indigesta “Colazione da Tiffany”

— attualità ecclesiale —

DALLA GRANDE “SABRINA” INTERPRETATA DA AUDREY HEPBURN ALLA PICCOLA SABRINA BOSU, CHE METTE IN SCENA LE NOTE MANIPOLAZIONI DEI NEOCATECUMENALI DOPO UNA INDIGESTA “COLAZIONE DA TIFFANY”

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Il Cammino Neocatecumenale è una setta di matrice ebraico-calvinista insidiatasi dentro la Chiesa. Essere contro questa setta palesemente ereticale, specie per noi pastori in cura d’anime e teologi, ai quali Cristo Dio ha affidata la cura e la custodia del suo gregge, non implica affatto essere fuori dalla comunione della Chiesa, come sproloquia l’esaltata Sabrina dopo avere fatta una colazione davvero indigesta da Tiffany. Vuol dire piuttosto difendere la Chiesa dalle metastasi diffuse: le metastasi dell’eresia messe in circolo da due autodidatti praticoni, che si sono sempre comportati come due arroganti apprendisti stregoni, mentendo e insegnando a mentire.

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Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

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articolo formato stampa

 

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Audrey Hepburn nel film Sabrina

L’8 ottobre esce sul quotidiano La Croce un articolo sul mio ultimo libro edito dalle Edizioni L’Isola di Patmos: La setta neocatecumenale – l’eresia si fece Kiko e venne ad abitare in mezzo a noi. La recensione, pubblicata giorni prima su La Fede Quotidiana, è firmata da Bruno Volpe [vedere QUI, QUI]. Il 10 ottobre esce sullo stesso quotidiano un articolo firmato da Sabrina Bosu, che non rientra in quello che è il sacrosanto diritto di replica e di critica, perché la falsità e la manipolazione della realtà non sono affatto un diritto [vedere QUI].

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Non volevo proprio replicare, per questo mi sono consultato con i Padri de L’Isola di Patmos, spiegando i motivi di questa mia intenzione di non replica.

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Il nostro sapiente cappuccino Ivano Liguori mi ha convinto dicendomi:

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«Ciò che dici, circa il fatto che non valga la pena replicare, è vero. Però tieni presente che tu lavori anche per coloro che non possono arrivare a capire certe sottigliezze maliziose dei kikos e che si arrendono all’evidenza di una tizia che afferma che loro sono persona giuridica e che sono approvati da quattro pontefici. Pertanto, sebbene tu ritieni che costei non meriti risposta — e di fatto non la meriterebbe — dovresti smontare le sue parole pezzo per pezzo. Non per te, ma per chi quelle parole può leggerle e prenderle per buone».

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Anzitutto va precisato che l’autrice di questo scritto si è permessa di parlare di un libro che non ha letto, limitandosi a spiluccare da un blog all’altro, da un commento all’altro, lanciandosi infine in affermazioni in cui mi attribuisce pensieri che non hanno mai attraversata la mia mente, figurarsi le mie righe scritte e stampate. Sicché, per paradosso, ciò che l’articolista mi imputa è smentito proprio dalle pagine del mio libro che lei non ha letto, ma che chiunque può leggere, verificando così che questa articolista mente parlando di ciò che non ha mai esaminato, mentre invece io dico un vero reso tale non dalle mie rassicurazioni “commerciali” date in tal senso, ma da prove e documenti.

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Sono ormai centinaia e centinaia i commenti furenti e gravemente insultanti scritti in giro per la rete su di me da persone che, commento dietro commento, dimostrano di non avere letto un solo rigo di quello che ho scritto. Quelli dei neocatecumenali sono tutti e rigorosamente attacchi aggressivi e cattivi rivolti alla mia persona, senza che uno solo ― ripeto: tra centinaia e centinaia di commenti ― entri nel merito di ciò che ho scritto nel mio libro. Quando a diversi di essi è stato rimproverato che non si può criticare ciò che non si conosce, le risposte non sono state desolanti bensì deliranti: «Non occorre leggere il libro, basta solo il titolo». Inutilmente ho risposto cercando di spiegare che nessuno, prendendo il solo titolo del libro di Friedrich Nietzsche, L’Anticristo, può costruirvi sopra una critica, quel libro deve essere prima letto e studiato con molta attenzione.

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I fatti documentati provano dunque che i membri della setta neocatecumenale, o perlomeno i loro pretoriani, si sono passati voce, si sono creati un nemico e, come una squadra di kikiane pecore belanti sono partiti all’attacco senza sapere neppure per cosa e contro cosa lottavano, non conoscendo neppure l’oggetto della lotta, ossia i contenuti di questo libro. 

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Adesso desidero richiamare l’attenzione dei teologi dogmatici, degli ecclesiologi e dei canonisti sull’incipit iniziale del testo di questa articolista, frutto sicuramente del “genio” di qualche neocatecumenale che crede di saperla lunga e che ha deciso di usare come testa di legno questa Gentile Signora che si presenta alla baci perugina come «una donna e madre in cammino». Ecco l’incipit:

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«Dal momento in cui il Papa ha riconosciuto il Cammino neocatecumenale come persona giuridica pubblica nella Chiesa nessuno può permettersi di dire che ci sono eresie perché c’è stato un vaglio molto serrato della Congregazione della fede e dei vari dicasteri per cui paradossalmente chi dice che questa realtà è eretica, quando la Chiesa ha detto esattamente il contrario, si sta ponendo fuori dalla comunione» [vedere QUI].

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Siamo dinanzi alla aberrazione sotto ogni profilo dottrinale, teologico e canonico. Non solo si afferma: chi è contro di noi è contro la Chiesa e contro il Sommo Pontefice, ma si afferma persino che chiunque osi essere contro questo Movimento è proprio fuori dalla comunione ecclesiale (!?).

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Tutti i riferimenti fatti di seguito dall’improvvida articolista all’idea di cammino battesimale, ricalcano quel consolamentum che rese celebri e pericolosi i seguaci dell’eresia catara e albigese. E procedendo decisa nelle sue righe con queste descrizioni di cammino battesimale, la povera testa di legno mandata all’attacco non si rende manco conto di ricalcare il pensiero di queste due vecchie correnti ereticali, salvo però dare dell’eretico a me. Ciò detto resta sin d’ora pacifico che qualsiasi teologo e storico della Chiesa, leggendo le sue parole, riconoscerà in esse l’influenza del pensiero di catari e albigesi.

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Con consolidato spirito manipolatorio e mistificatorio, l’articolista cita le classiche parole di apprezzamento espresse dai Sommi Pontefici, omettendo però di citare le parole più severe e numerose dagli stessi espresse nel corso degli anni per lanciare agli iniziatori del Cammino Neocatecumenale severi rimproveri. Si tratta di numerosi discorsi ufficiali, a volte anche lunghi, racchiusi tutti quanti negli Acta Apostolicae Sedis e riportati fedelmente nel mio libro, che non è costruito su esaltazioni emotive kikiano-carmeniane, ma sui fatti, solo su fatti e documenti.

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Dal 2014 al 2018, il Pontefice regnante ha rivolto in più occasioni ai neocatecumenali discorsi molto severi, anch’essi racchiusi negli Acta Apostolicae Sedis e riportati fedelmente nel mio libro, non però dall’articolista che mi attacca stravolgendo totalmente i dati reali. E qui faccio notare che secondo un certo consolidato stile pastorale, quando i Pontefici devono rivolgere dei rimproveri, specie se di tono severo, cominciano mettendo in luce i lati positivi, poi passano a descrivere, o rimproverare quelli negativi, o le cose da correggere.

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L’Articolista non fa quindi che dar riprova che siamo dinanzi a una setta di persone nelle quali il senso del reale è stato alterato e la ragione e il senso critico distrutti nei suoi adepti, per essere infine indotti a mentire e mistificare, come avviene da sempre nelle psico-sette. A quel punto accade che dai discorsi ufficiali pronunciati dai Pontefici dal 2000 al 2018 e da me fedelmente riportati, costoro prendono la sola frase iniziale «riconoscenti per i buoni frutti del vostro Cammino …», oppure gli auguri e le benedizioni per i camminanti che partono missionari, saltando però tutte le contestazioni, i rimproveri e gli ammonimenti fatti nella successiva e ben più lunga parte del discorso. Dopo di che escono felici e ulteriormente privi di giudizio e di senso critico dall’Aula Paolo VI al grido «La Chiesa ci approva … ci approva!», minacciando appresso: «… chi è contro di noi è contro la Chiesa, è contro il Papa!». Sino all’acme della vera e propria aberrazione scritta e pubblicata dalla nostra povera articolista: chi è contro di noi è fuori dalla comunione della Chiesa, perché la Chiesa ci ha approvati (!?).

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Nel linguaggio sociologico quest’asserzione si chiama: fondamentalismo religioso. Una sola è infatti la differenza: i talebani mettono avanti Allah, i neocatecumenali un Cristo riscritto da Kiko Argüello e Carmen Hernandez a loro uso e consumo.

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Ricordiamo alla bugiarda manipolatrice e ai suoi sodali che Giovanni Paolo II gli concesse per un quinquennio l’approvazione ad experimentum nel 2002. Scaduta nel 2007 la prova concessa, Benedetto XVI, suo successore, non dette seguito ad alcuna approvazione, tutt’altro: prima li richiamò, li rimproverò e poi li fece attendere altri ulteriori cinque anni. Quando infine nel 2012 fu concessa approvazione al Cammino Neocatecumenale con un mero atto amministrativo del Pontificio consiglio per i laici, il Sommo Pontefice rivolse loro un vero e proprio discorso di fuoco, carico di moniti e rimproveri. Anche questo discorso è agli atti, ma di esso, i lavati nel cervello, hanno colto una sola frase iniziale: «Riconoscenti per gli indubitabili buoni frutti prodotti dal Cammino in questi anni …», dopodiché, tutti i severi richiami fatti in quel lungo discorso nel quale Benedetto XVI esigeva il rispetto delle regole liturgiche, dell’autorità dei vescovi e dei sacerdoti, della libertà individuale degli aderenti al Movimento e via dicendo a seguire, sono tutte parole che non esistono proprio, sia per la testa di legno mandata all’arrembaggio sotto il titolo «Una donna e una madre in Cammino», sia per i fondamentalisti neocatecumenali in generale, figli di un movimento «fondamentalista» di per sé «fanatico e fanatizzante», come lo definì nel 1983 il Servo di Dio Pier Carlo Landucci, di cui riporto a fine del mio libro la preziosa e profetica relazione, seguita dalla relazione inviata nel 1995 dal teologo passionista Enrico Zoffoli all’allora Vicario Generale per la Diocesi di Roma, Cardinale Camillo Ruini.

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Nell’articolo della testa di legno spinta all’arrembaggio non mancano invereconde slinguazzate al Pontefice regnante. Anche in questo caso l’articolista omette però di citare in che toni e con quali dure parole il Sommo Pontefice Francesco I si è rivolto più volte ai Neocatecumenali in suoi discorsi ufficiali. Se non cito i discorsi tra queste righe, è solo perché li ho riportati fedelmente nel mio libro, in modo documentato e con tutti i riferimenti alle fonti e agli atti, quindi non occorre mi ripeta. Pur malgrado, come loro consolidato uso manipolatorio e falsante, da questi discorsi estrapolano solo due frasi bonarie, spesso solo di circostanza, saltando tutti i rimproveri, per poi ripetere il mantra: «Il Santo Padre ci approva, ci approva, in tutto e per tutto!».

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Rivolgo pertanto all’improvvida articolista solo alcune domande, alle quali solitamente i settaristi fondamentalisti neocatecumenali non rispondono, perché, dinanzi a certi quesiti, o cambiano discorso, o sollevano polemiche non attinenti al tema, oppure aggrediscono mentendo senza alcun pudore e falsando il dato reale oggettivo.

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L’articolista, come ogni Neocatecumenale puro, non entra infatti mai nel merito delle accuse di eresia, tutt’altro: prima stravolge parole e concetti, poi taccia me di eresie accusandomi di dare degli eterodossi ai Sommi Pontefici. Nulla di più falso, perché tutti gli interventi fatti dai Sommi Pontefici sul Cammino Neocatecumenale sono ortodossi e pienamente conformi alla dottrina della Chiesa. Magari, quei due arroganti autodidatti di Kiko Argüello e Carmen Hernandez, apprendisti stregoni della teologia e catechisti-fai-da-te avessero docilmente obbedito alla voce e ai ripetuti richiami a loro rivolti dai Successori di Pietro!

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Se pertanto l’autrice di questo articolo surreale e mistificante, interamente giocato sulle emozioni soggettive e sulla manipolazione di fatti e testi, intende dare risposta, dovrebbe darla a queste poche, semplici e precise domande:

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1 – Perché il Cammino Neocatecumenale non rispetta lo Statuto approvato in tema di foro interno, di versamento della decima, che non è affatto prevista, o della obbedienza incondizionata ai catechisti, anch’essa non affatto prevista?

2 – Perché il Cammino Neocatecumenale non pubblica i XIII volumi del Direttorio, così come espressamente richiesto dalla Santa Sede nel decreto di approvazione del 2012 a cui si fa riferimento? E perché esistono ulteriori due volumi dedicati a matrimonio e viaggio di nozze, mai approvati dalla Santa Sede?

3 – Perché il Cammino non rispetta le norme liturgiche contenute nel Messale Romano e ribadite dalla istruzione Redemptionis Sacramentum [cf. QUI] seguitando a non inginocchiarsi durante la Preghiera Eucaristica, a comunicarsi simultaneamente al sacerdote, a danzare dopo la Benedizione e via dicendo a seguire?

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I neocatecumenali, sono sempre stati dei siffatti splendidi modelli di obbedienza alla Chiesa e ai Pontefici, al punto che Benedetto XVI rimproverò ripetutamente tramite i competenti dicasteri gli iniziatori del Cammino Neocatecumenale, in particolare per i loro inaccettabili abusi liturgici, il tutto con ripetuti interventi ufficiali del Prefetto per il Culto Divino e la disciplina dei sacramenti, che giunse a scrivergli una lettera di fuoco nella quale esordiva dicendo «Sono a comunicarvi le decisioni del Santo Padre», che in linguaggio ecclesiale equivale a dire: «Noi vi ordiniamo …». Quindi seguivano tutte le direttive in materia di sacra liturgia. E questo, come altri documenti, sono ovviamente riportati tutti quanti nel mio libro.

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Ripetutamente e con pubblici documenti della Santa Sede, ai Neocatecumenali fu richiesto di attenersi con scrupolo ai libri e alle rubriche liturgiche, anzi gli fu persino imposto di scrivere ciò nei loro statuti. Loro però, chiuse le porte delle loro salette, seguitavano e seguitano tutt’oggi a fare ciò che vogliono e come vogliono. Per questo il tempo fu prorogato di altri cinque anni da Benedetto XVI, tanto devota e profonda era la loro obbedienza ai comandi del Romano Pontefice e della Santa Chiesa.

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Veniamo all’ultima Pasqua, quella di quest’anno, per dimostrare alla bugiardissima articolista — che certe cose le conosce bene —, quale realmente sia nei fatti l’obbedienza dei neocatecumenali, che dinanzi a critiche a loro rivolte, basate su fatti e prove, osano persino reagire slinguazzando in pubblico il Romano Pontefice. Ebbene: cosa è accaduto in giro per l’Italia, in tutte quelle diocesi nelle quali i vescovi hanno proibito ai Neocatecumenali di fare la “loro” veglia pasquale separati dalle comunità dei fedeli? Questo è accaduto: si sono presi in affitto saloni nei vari alberghi, hanno noleggiato un compiacente prete uscito dalla multinazionale eretica dei Seminari Redemptoris Mater, ed in totale disobbedienza e sfregio alle disposizioni date, si sono celebrati altrove la “loro” veglia pasquale. Se però adesso l’articolista si azzarderà a negare il tutto, partiremo con la pubblicazione dei filmati, sempre ribadendo che io parlo e scrivo solo sulla base di fatti e prove: da una parte abbiamo infatti il divieto scritto dato dal vescovo diocesano, dall’altra i filmati che immortalano gli obbedienti neocatecumenali che celebrano la veglia pasquale nel salone di un albergo. Quindi, chi è che disubbidisce e che si pone al di fuori dalla comunione della Chiesa? Perché l’uscita dalla comunione, nasce proprio dalla disubbidienza e si edifica sulla disubbidienza, vale a dire lo sport da sempre più praticato dai neocatecumenali, salvo poi aggredire un prete e un teologo che li smaschera in pubblico, tentando persino di difendersi in modo pedestre slinguazzando al tempo stesso il Romano Pontefice e affermando che sarei addirittura io, contro il Successore del Beato Apostolo Pietro. Ma che autentica genìa di mefistofelici sfacciati senza alcun pudore e senza alcun rispetto per la verità!

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Può l’articolista mandata all’attacco come dolce «donna e mamma in cammino», negare tutti questi fatti e soprattutto tutti gli atti della Santa Sede da me richiamati con chirurgica precisione nelle 315 pagine del mio libro? Può forse negare che tutt’oggi, con rara e indomita arroganza, i neocatecumenali proseguono a perpetrare gravi abusi liturgici di ogni genere? Non lo dico io, lo dimostrano numerosi filmati girati in tempi recenti nelle loro comunità di tutto il mondo. Non solo: ad alcuni di questi eclatanti abusi liturgici partecipa anche il falso profeta e cattivo maestro Kiko Argüello, che tiene l’omelia impugnando la croce astile come fosse il pastorale di un vescovo. Ci dica l’articolista: sono forse filmati falsi creati su un set di riprese da una cordata di satanici odiatori del più gran dono fatto alla Chiesa dallo Spirito Santo, il Cammino Neocatecumenale? Colui che dopo la proclamazione del Santo Vangelo tiene l’omelia, è Kiko Argüello, o una sua controfigura assoldata dagli odiatori del Cammino Noecatecumenale? L’assemblea di persone che ricevono la Santa Comunione seduti, passandosi di mano in mano i copponi di vino, chi sono? Sono neocatecumenali, oppure delle comparse pagate per il set di riprese messo in piedi dagli odiatori per fare riprese e mettere in giro filmati falsi, quindi altamente diffamanti verso questa congrega di autentici modelli di devota obbedienza alla Chiesa e alle ripetute disposizioni dalla stessa a loro date?

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Prima di scrivere il mio libro ho ascoltato per settimane, per ore e ore, catechesi registrate e tenute da numerosi mega-catechisti nelle quali è contenuto e trasmesso l’ereticale sacro verbo kikiano. Qualsiasi teologo al quale fossero sottoposte quelle numerose e lunghe registrazioni, a partire dalla Congregazione per la dottrina della fede, a fine ascolto potrebbe solo rispondere come risposi io: così tante eresie tutte assieme, non le avevo mai sentite in vita mia! Ci dica l’articolista: sono forse registrazioni false create sempre da qualche cordata di satanici odiatori del più gran dono fatto alla Chiesa dallo Spirito Santo, il Cammino Neocatecumenale? Se però sono autentiche, tutte le eresie che in questi documenti sono contenute e trasmesse ai poveri settaristi, vanno forse prese come autentiche verità di fede in virtù di un riconoscimento amministrativo a loro concesso dal Pontificio consiglio per i laici, con la conseguenza che chiunque vi si oppone è ipso facto fuori dalla comunione della Chiesa, come sproloquia questa «donna e mamma in cammino» vergando l’incipit del suo delirante articolo?

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Agli inizi degli anni Novanta, quell’uomo di Dio del passionista Enrico Zoffoli scriveva:

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«I neocatecumenali sono indotti ad alterare e falsare la realtà ed a mentire, sino a divenire autentici esperti e specialisti nella menzogna».

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Ho sempre condivisa questa analisi che contiene una delle principali essenze di quel venefico cancro intra-ecclesiale che è il Cammino Neocatecumenale: una setta di matrice ebraico-calvinista insidiatasi dentro la Chiesa.

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Essere contro questa setta palesemente ereticale, specie per noi pastori in cura d’anime e teologi, ai quali Cristo Dio ha affidata la cura e la custodia del suo gregge, non implica affatto essere fuori dalla comunione della Chiesa, come sproloquia l’esaltata Sabrina dopo avere fatta una colazione davvero indigesta da Tiffany. Vuol dire difendere la Chiesa dalle metastasi diffuse: le metastasi dell’eresia messe in circolo da due autodidatti praticoni, che si sono sempre comportati come due arroganti apprendisti stregoni, mentendo e insegnando a mentire a difesa suprema della psico-setta che disprezza quella ratio senza la quale non si può giungere alla fides [cf. Giovanni Paolo II, Enciclica Fides et Ratio] ma, bene che vada, solo al peggiore fideismo ereticalkikiano.

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dall’Isola di Patmos, 15 ottobre 2019

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Il libro La Setta Neocatecumenale è in vendita presso il negozio librario QUI

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