Dal nichilismo neopagano scandinavo che erge a vessillo la eco-gretina al richiamo alla fede di un esplosivo prete montanaro friulano: a me gli occhi, please!

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— attualità ecclesiale —

DAL NICHILISMO NEOPAGANO SCANDIVAVO CHE ERGE A VESSILLO LA ECO-GRETINA AL RICHIAMO ALLA FEDE DI UN ESPLOSIVO PRETE MONTANARO FRIULANO: A ME GLI OCCHI, PLEASE!

Greta, investita di un alone mistico dalla Madre Terra Gea, come novella sacerdotessa è colei che chiama a raccolta i piccoli, i puer della società contemporanea per una missione di purificazione, pacificazione e ricapitolazione totale da tutto ciò che non è green. Questa parvenza rassicurante di innocenza dei puer degenerata però in una povertà di idee e competenze, dando vita a dei nuovi paradigmi soteriologici in cui i poveri — i pauper (di spirito?!) — rivestendo i laceri panni delle ideologie del passato molto care al Sessantotto e a una certa sinistra, sono destinati a perire miseramente.

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Autore
Ivano Liguori, Ofm. Capp.

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il presbitero friulano Alberto Zanier

Viviamo in un mondo in cui la schiettezza e la parresia sembrano doti apprezzate solo se si professano e se si praticano all’interno di un ben definito contesto socio-politico o ecclesiale. Sembra infatti che l’obbligo stradale del Senso Unico abbia intaccato anche la logica e il ragionamento umano o, per meglio dire, di alcuni umani, ecclesiastici inclusi.

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La sincerità e la schiettezza nel parlare o nell’annunciare il Vangelo non sempre sono viste di buon grado da una certa intellighenzia, specie quando si vanno ad intaccare e sgretolare i falsi miti ideologici e ciò che per alcuni sembra pura avanguardia per altri è solo demagogia, retorica e meccanismo di auto-distruzione.

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Il pensiero libero del giovane presbitero Alberto Zanier non è vincolato da sensi unici. Parroco della comunità della Val Resia nella provincia di Udine, affida al bollettino parrocchiale il suo pensiero di pastore di anime in antitesi al pensiero della paladina green del clima Greta Thunberg. Egli ha senza dubbio il pregio di essere caratterizzato da uno zelo autentico e profondo verso Dio e per il suo popolo, sebbene la sua esuberanza giovanile — che gli fece paragonare le cosce scoperte delle diciottenni alla Santa Messa con i prosciutti di San Daniele [cf. video, QUI] — possa talvolta trovare qualche sopracciglio alzato tra le anime più caste e puritane di un cattolicesimo che ha ormai scordato la virtù dell’autenticità e il merito di chiamare con il proprio nome le cose. Senza mai dimenticare che la Casa di Dio , dove si celebrano i sacri misteri, esige decoro, quindi, chi vi entra, è tenuto a entrarvi in modo consono e decoroso. Come ha ricordato questo giovane parroco con l’esempio chiaro e incisivo riguardo la ostentazione dei prosciutti di San Daniele.

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Italiani, popolo di santi, navigatori, poeti e … satiri!

Il testo del bollettino parrocchiale dice chiaramente:

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«Mattina di sabato 18 maggio, TG di Rai News. Un esponente dei Verdi esclama senza mezzi termini che dobbiamo fare di tutto per cambiare la sorte del clima perché “è ciò che vuole Greta”. Sobbalzo sulla sedia. Cosa? Un partito politico prende ordini da una ragazzina di 16 anni (che tra l’altro soffre di autismo ed è utilizzata da te e dai suoi genitori) come se fosse solo lei a salvare il mondo? Come se fosse lei la paladina dell’umanità. Ma sarà Greta Thunberg a salvare il mondo? Penso proprio di no. Anche perché non possiamo credere ciecamente ai catastrofismi dei cambiamenti climatici. Certo non ci sono più le stagioni ecc.. ecc.., ma la scienza ci dice che tutto questo è già accaduto e che i climi cambiano da un decennio all’altro. Era 30 anni che non avevamo maggio così freddo. Sì vero, febbraio è stato caldissimo ma non si può dire che stiamo bollendo! La neve è tutta ancora sui monti. In ogni caso non sarà la lotta per il clima a salvare il mondo, non sarà la lotta per l’ambiente non è questo il problema mondiale. Sarà Gesù Cristo a salvare il mondo sarà la fede in lui. Il Signore Gesù è il creatore del mondo e dell’uomo: sarà Lui a salvare l’uomo ed il mondo. Dovremmo ricordarcelo sempre. Tutto è nelle mani di Dio e quando si vuole fuggire dalle sue mani l’esito non può che essere nefasto. E che anche il creato è sorretto dalla Provvidenza divina, ciò e evidenziato anche dalla Chiesa, ad esempio, con la pia pratica delle Rogazioni nelle quali si chiede a Dio, creatore del mondo, che allontani da noi flagelli della tempesta, della grandine, del terremoto, ecc.. Di fronte alle nuove malattie delle coltivazioni gli scienziati provano di tutto e in tutti i modi a risolvere i problemi, molte volte invano. Provate ad andare in Puglia e a chiedere da quanto tempo gli ulivi soffrono per la xylella fastidiosa… E una bella Rogazione, no? O sarà forse che dovremmo andare tutti in Svezia a prendere lezioni su come salvare l’ambiente con le marce, le manifestazioni, le conferenze, i libri? Ci vuole preghiera e ci vuole fede perché solo Cristo Gesù è il Signore del mondo» [cf. QUI].

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Alberto Zanier mette in guardia i suoi parrocchiani dai nuovi affabulatori del clima e del nuovo credo ambientalista che confonde la creatura con il Creatore, proponendo un culto antitetico e parallelo.

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Italiani, popolo di santi, navigatori, poeti e … satiri! [Pagina di Libero, subissato poco dopo di querele]

L’immagine mediatica di Greta Thunberg, così come il personaggio di Pietro Ammicca mitico imbonitore e venditore dell’impossibile portato in scena da Gigi Proietti [cf. QUI], propone soluzioni ai problemi ambientali in una modalità spesso banale altre volte irrazionale: tutto questo nel più totale silenzio dei veri esperti di climatologia, fisica e scienze ambientali. Ciò al punto da poter definire il tutto come un vero e proprio effetto Pietro Ammicca.

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Bisogna stare attenti però: a creare un problema non è la piccola Greta — creatura fragile e affetta da un serio disturbo neurologico noto come autismo, che come risaputo genera deficit di comunicazione, limitatezza d’interessi e comportamenti ripetitivi —, ma è il suo personaggio e l’ideologia che l’accompagna ad ogni piè sospinto. La Greta Thunberg, che vive appunto la patologia dell’autismo, deve essere necessariamente protetta, difesa e custodita nella sua dignità e debolezza. Nel guazzabuglio mediatico che gira attorno a questa ragazzina si rivelano — in mano a un ben lucido pensiero dominante — connotati mistici che ricordano molto bene i tratti di quella serie di eventi, tra il reale e il leggendario, conosciuti come la Crociata dei Fanciulli [si rimanda a questa descrizione storica, QUI]

      

che i gretini imparino anzitutto la coerenza sin da adolescenti e che rispettino veramente l’ambiente. Il tutto raffigurato con una vignetta di Alfio Krancic

Greta investita di un alone mistico dalla Madre Terra Gea, come novella sacerdotessa è colei che chiama a raccolta i piccoli, i puerorum della società contemporanea per una missione di purificazione, pacificazione e ricapitolazione totale da tutto ciò che non è green. E questa parvenza rassicurante di innocenza dei puerorum, degenerata però in una povertà di idee e competenze, dando vita a dei nuovi paradigmi soteriologici in cui i poveri — i pauperorum (di spirito?!) — rivestendo i laceri panni delle ideologie del passato molto care al Sessantotto e a una certa sinistra, sono destinati, come nella Crociata dei Fanciulli, a perire miseramente.

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Greta, nel suo ammirevole attivismo ambientalista, ricorda molto da vicino il pensiero di Hayao Miyazaki, l’animatore e regista della lunga serie di cartoni animati Conan il ragazzo del futuro [cf. QUI] che ha spopolato ed estasiato la generazione dei bambini nati tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta del secolo scorso. È bene ricordare infatti che le dinamiche di indottrinamento ideologico si modulano attraverso il tempo e assumono vari canali e contestualizzazioni, e ciò che oggi noi definiamo con il termine di gretino, un tempo era conosciuto sotto un altro nome.

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… certo che «non deve cambiare il clima ma le nostre abitudini», allora tanto per cominciare togliamo al popolo dei gretini tutti gli strumenti tecnologici di ultima generazioni, dai telefoni cellulari ai computers

Ma torniamo al buon parroco Albero Zanier, che ha nientemeno che — udite, udite! — l’arroganza di dichiarare la superiorità di Gesù Cristo come salvatore del mondo e di richiamare la fede in Lui vero Dio e vero uomo. Tra le righe del bollettino parrocchiale sembra di leggere che la grande catastrofe risiede nel rifiutare scientemente Dio e sperimentare quelle doglie di sofferenza che il creato subisce quando l’uomo, in modo scriteriato e arbitrario, deturpa l’opera di Dio compiendo il peccato.

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A questo punto si cita la pia pratica delle Rogazioni che ha lo scopo di chiedere a Dio, creatore del mondo, di allontanare i flagelli della tempesta, della grandine, del terremoto e di tutti gli sconvolgimenti climatici che costituiscono un pericolo per la vita dell’uomo e per il suo lavoro ….

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… e qui casca l’asino. Anzitutto perché si richiama ad una pratica liturgica del passato che ricorda una matrice tradizionalista e poi perché Alberto Zanier chiede impunemente di pregare e di implorare Dio. Il verbo latino rogo significa infatti pregare con suppliche, chiedere insistentemente.

    

Italiani, popolo di santi, navigatori, poeti e … satiri!

Insomma siamo davvero alla frutta — direbbero i moderni guru del politicamente corretto —, un parroco che addita Gesù Cristo e chiede di pregare con insistenza, non proponendo scioperi studenteschi, manifestazioni di piazza con festanti gretini estasiati in via dei Fori Imperiali o in via del Corso, scritte con gessetti colorati e marce multicolor, insomma questo vi sembra un prete di oggi? Ah, non c’è più religione! E poi, osa persino parlare di Rogazioni …

      

… le Rogazioni — distinte in maggiori e minori — sono note alla Chiesa già dal V e VIII secolo d.C e i santi pastori che incoraggiarono tale pratica intendevano affidare l’uomo e la Creazione a Dio affinché, nella sua Provvidenza, esercitasse il compito di custode e di protettore dell’opera da Lui compiuta.

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In modo specifico sono quattro i fini principali per cui la Chiesa, attraverso il munus santificandi, compie in tempi stagionali definiti la processione delle Rogazioni:

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  1. Professare l’adorazione a Dio, riconoscendolo come signore, creatore e provveditore della vita dell’uomo;
  2. Ringraziare Dio per tutti i benefici che elargisce continuamente all’uomo;
  3. Riconoscimento del peccato e delle colpe commesse contro Dio con il fermo proposito di compiere un cammino di conversione e di ravvedimento;
  4. Offrire a Dio preghiere ferventi e costanti, perché sia concesso ciò che è necessario e indispensabile alla santificazione e la salvezza dell’anima, al trionfo della Chiesa, per il ritorno degli erranti alla fede, per la conversione dei lontani e per impetrare altresì quelle realtà temporali che sono utili alla vita del corpo come la salute, la benedizione sua sopra i raccolti, la protezione contro i flagelli naturali, come i fulmini, i terremoti, le peste, le grandinate, ecc..

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Questi quattro fini da soli — se presi sul serio — possono convertire una comunità intera, riequilibrare le priorità di una società civile, restituire la libertà all’uomo che resta non l’artefice del creato ma il collaboratore di Dio preposto alla sua custodia.

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Italiani, popolo di santi, navigatori, poeti e … satiri!

Certo converrete che la piccola Greta con il suo parapioggia giallo, le sue treccine e il visino tutto zucchero e cannella, sfonda più lo schermo di un parroco montanaro che invita i suoi fedeli a pregare Dio. Insomma, sarebbe bello vedere i leaders del mondo politico e religioso stare estasiati davanti ad un umile pastore di montagna che annuncia loro la bontà e la munificenza di Dio verso l’uomo e il creato, a patto che si ritorni a mettere Dio al centro di ogni cuore, di ogni famiglia, di ogni società europea e così riparare la ferita del peccato originale che crea sofferenza e schiavitù nei confronti di una creazione non esente dal contagio della colpa [cf. CCC n° 4000]. Per sanare questa ferita è necessario che l’uomo collabori con la grazia di Cristo e si immerga nella sua Pasqua redentrice poiché il Padre non abbandona mai la sua opera in potere della morte e del peccato ma nella sua misericordia viene incontro a tutti coloro che lo cercano con cuore sincero e contrito. In quanto Dio, è il solo buono e autore e perfezionatore di ogni vita e dona origine all’universo come manifestazione di un amore che si estende luminoso verso ogni creatura [cf. Preghiera Eucaristica IV].      

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Questo sarebbe il discorso che dovrebbe rallegrare il cuore di molti uomini, il vero green style è quello istituito dal nostro Divin Redentore sulla croce e alla domenica di Pasqua. Volete vederlo? Prego, avvicinatevi … a me gli occhi: please! «Questo è il mio corpo e questo è il mio sangue» [cf. Mt 26, 26-28; Mc 14, 22-24; Lc 22, 19-20; I Cor 11, 23-29]  dice Cristo Signore donandoci l’ineffabile Sacramento di grazia della sua presenza viva: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» [Gv 6, 54]. E quando l’uomo volta le spalle al mistero della redenzione, al Corpo e al Sangue di Cristo Signore incarnato, morto e risorto, il minimo che possono nascere sono le gretine. Il problema dell’uscire dalla Chiesa, non è tanto disertare la comunità ecclesiale e la vita sacramentale, che già in sé è cosa grave; il vero e grave problema, è che l’uomo e la donna “evoluti”, “adulti” e “liberi da tabù”, escono di Chiesa per entrare nello studio della cartomante, o per applaudire il simbolo Greta, che incarna il nuovo “sacerdozio” green ed il “sacramento” della Madre Terra Gea.

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Se si elimina la Christianitas in Europa, rinasce inevitabilmente la più antica e peggiore paganitas 

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Cagliari, 1 giugno 2019

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Il Sommo Pontefice ha mentito? Si, ha mentito ed è bugiardo. Però non scandalizzatevi: Simone detto Pietro, scelto da Cristo stesso e non da un conclave di cardinali, era più bugiardo di lui

— attualità ecclesiale —

IL SOMMO PONTEFICE HA MENTITO? SI, HA MENTITO ED È BUGIARDO. PERÒ NON SCANDALIZZATEVI: SIMONE DETTO PIETRO, SCELTO DA CRISTO STESSO E NON DA UN CONCLAVE DI CARDINALI, ERA PIÙ BUGIARDO DI LUI.

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tutti coloro che oggi si stanno godendo i loro dieci minuti di potere e di gloria, sappiano che questo pontificato non sarà eterno. Pertanto comincino a pensare sopra a quale delle isole della spazzatura galleggianti vorranno ritirarsi, perché domani, per loro — i grandi distruttori e deturpatori della Chiesa —, non ci sarà posto, costasse pure dover celebrare un conclave fatto a colpi di coltellate tra i Padri Cardinali, i quali si guarderanno bene dal far affacciare alla loggia centrale dell’Arcibasilica di San Pietro qualche elemento come il nano malefico, che vive di cattiverie, vendette e crudeltà, pur non trovando di meglio da fare che andare in giro per il mondo a proclamare i nuovi beati, perché questi sono i soggetti ai quali, l’uomo Jorge Mario Bergoglio, ha aperto le porte del prossimo conclave, con le sue fantastiche «svolte epocali».

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Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

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il papinocchio [le vignette di Dorothy Lancel, 2019]

Diversi Lettori affezionati mi hanno domandato dove fosse finita la mia «vena tagliente e ironica». Ho risposto varie volte dicendo che c’è poco da ironizzare di fronte a un morente ricoverato nel reparto dei malati terminali. A questo quesito oggi posso rispondere con più gravità ancóra: cosa c’è da ironizzare dentro un obitorio, dove la povera Chiesa visibile è distesa cadavere sul tavolo di marmo, in attesa di essere composta dentro la bara da quelli dell’impresa delle pompe funebri?

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Sin dai nostri primi esordi nell’ottobre del 2014, certi fatti riguardanti il Sommo Pontefice li ho sempre commentati in ritardo, rispetto ad altri, inclusi giornalisti di lunga esperienza. La prudenza da parte nostra è di rigore. Quello che esprime e scrive un sacerdote ha tutt’altro genere di valenza e peso, rispetto a ciò che in modo ottimo e preciso possono scrivere dei professionisti dell’informazione. Su di noi pesa infatti una grave responsabilità: le mani con le quali scriviamo e le bocche con le quali ci esprimiamo sono le stesse con le quali celebriamo i sacri misteri, a partire dal Sacrificio Eucaristico.          

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Nell’uomo Jorge Mario Bergoglio ho riscontrata una caratteristica che nel corso del tempo è emersa in miei rapporti con diversi e illustri membri della Compagnia di Gesù, di quelli piazzati ai livelli più alti: la propensione a mentire. Affermando ciò non intendo dire che i Gesuiti mentano in quanto tali, intendo bensì affermare di avere avuto lunghe relazioni con Gesuiti, posti in vari ruoli di dirigenza della Compagnia di Gesù, che all’occorrenza mentivano senza pudore, sentendosi non solo con la coscienza a posto, ma pure irritandosi se qualcuno non prendeva sul serio e per vere le loro menzogne. A suo tempo, un insigne Gesuita, mi creò persino problemi dando su di me un giudizio negativo all’Autorità Ecclesiastica, solo perché mi ero rifiutato di prendere per buone delle sue palesi menzogne e di lasciarmi con esse manipolare. L’Autorità Ecclesiastica comprese a tal punto bene da dirmi: «Il problema coi Gesuiti era stato finalmente evitato, fin che quel sant’uomo del Sommo Pontefice Pio VII — sbagliando gravemente — rifondò nel 1814 la Compagnia di Gesù [cf. Cum bolla Sollicitudo omnium ecclesiarum, 1814]. 

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L’uomo Jorge Mario Bergoglio è un soggetto che in modo analogo a certi suoi confratelli mente sapendo di mentire. Poi, tramite i suoi fedeli killers, non esita a farti impallinare nel peggiore dei modi se tu non prendi per buone le sue menzogne e se non ti prodighi a tutelarle e diffonderle come verità. Ecco il motivo per il quale, una delle caratteristiche di questo pontificato è data dal fatto che quest’uomo si è circondato di persone mediocri, cattive, immorali e soprattutto ricattabili. Perché dalla prima all’ultima egli conosce tutte le loro nefandezze, per questo li può gestire con l’arma peggiore: il ricatto. Invece, come avrebbe potuto gestire uomini di fede dalla vita pubblica e privata immacolata come il Cardinale Carlo Caffarra, o come il Cardinale Gerhard Müller? Non a caso: il primo, è morto di crepacuore dopo essersi vista negare per oltre un anno una domanda di udienza privata, il tutto mentre l’uomo Jorge Mario Bergoglio riceveva i peggiori indiavolati di questo mondo. Dal canto suo, il Cardinale Gerhard Müller, com’egli stesso ha narrato, allo scoccare dei cinque anni di mandato è stato liquidato nel corso di un minuto e mezzo e sostituito presso la Congregazione per la dottrina delle fede da un gay friendly. Cosa quest’ultima che scrissi con cognizione di causa e di prove nel 2017, senza mai essere stato né smentito né ad alcun titolo richiamato all’ordine [cf. QUI]. O più semplicemente: il diretto interessato avrebbe potuto chiamarmi o farmi chiamare presso il suo dicastero per chiedermi conto e ragione di quel mio scritto. Però non lo ha fatto, anche perché la mia risposta sarebbe stata: «Perché mi chiami per chiedermi conto di ciò che tu sai e di ciò che tu hai realmente fatto, favorendo in ogni modo soggetti ad altissimo rischio, in modo particolare uno che ha finito poi col dare uno scandalo mondiale di proporzioni immani?» [cf. QUI e QUI]. E tutti coloro che devono sfuggire al confronto, di questi tempi e sotto questo pontificato così meraviglioso, anzi «epocale», o meglio «rivoluzionario», dinanzi alla verità detta anziché taciuta, sono solo capaci a reagire affondandoti un coltello nella schiena. E qualcuno la chiama persino «Chiesa della misericordia» (!?). Insomma … ‘ridatece Alessandro VI detto il Borgia. Perlomeno, sotto il suo pontificato, prima di procedere a una condanna si faceva un regolare processo garantendo soprattutto ogni miglior diritto alla difesa dell’imputato, mica come l’attuale e ridicolo Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, dove se tu hai ricevuta una delle peggiori ingiustizie da parte di un cardinale o di un curiale attraverso un abuso di autorità che vìola tutte le fondamentali leggi canoniche, se per disgrazia ti rivolgi a loro, questi dinanzi al potente prepotente si spaventano al punto tale da costringerti a correre in farmacia a comprargli — per buon cuore e carità cristiana — una scorta di assorbenti per le mestruazioni, tanto repentino giungerebbe il ciclo fuori tempo a quella combriccola di … 

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Il buon Marco Tosatti, il 29 maggio riporta nel suo blog un’intervista inquietante [cf. QUI]. In breve: intervistato dalla giornalista Valentina Alazraki, il Sommo Pontefice risponde ad una sua domanda affermando che della vicenda riguardante il molestatore sessuale seriale e per lungo tempo impunito, Cardinale Theodor McKarrick:

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 «[…] non sapevo nulla, naturalmente, nulla. L’ho detto diverse volte, non sapevo nulla, non ne avevo idea».

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Il giornalista italiano, nel riportare la sconcertante notizia commenta tra le righe postillando a giusta ragione:

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«Questa affermazione rasenta l’inverecondia. “Diverse volte”? A chi? Quando? Dove? Non ha mai detto nulla di pubblico, o anche di privato riportato poi in pubblico. Un’affermazione del genere o è pura menzogna, o è frutto di un disequlibrio».

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Replico a Marco Tosatti che questa risposta con la grave affermazione in essa contenuta, è frutto dell’una e dell’altra cosa: della propensione dell’uomo Jorge Mario Bergoglio a mentire e del suo evidente squilibrio psicologico.

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A chi proprio non fosse chiaro ricordo che la Chiesa non è stata fatta neppure precipitare nelle peggiori forme di dittature latinoamericane, bensì proprio nelle forme di dittatura tipiche del giovane dittatore coreano Kim Jong [si veda QUI e si riconoscano i metodi diffusi oggi nella Chiesa della misericordia]. Basti solo ricordare come hanno reagito e agito i giornalisti della moderna Pravda sovietica del Vaticano: riportando l’intervista hanno cancellata questa frase, come fa notare sempre Marco Tosatti, salvo poi reintegrarla successivamente, dopo che lui aveva riportato nel suo blog Stilum Curiae sia il testo originale sia il testo ufficiale della Santa Sede nel quale, questa grave affermazione, non era invece presente [cf. QUI]. Dopodiché, i capocomici della Pravda vaticana hanno tentato di dare a credere che la frase in questione era sfuggita dalla traduzione dallo spagnolo all’italiano. 

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A queste povere persone, convinte che il Popolo di Dio sia davvero formato da un ammasso di beoti, merita ricordare che loro, agendo a questo modo, sono come quel tal negoziante che ogni tanto, quando i clienti si accorgevano che il resto a loro dato era sbagliato, si giustificava dicendo: «Oh, mi scusi, mi sono sbagliato!». Ebbene vi dico e vi dimostro perché questi dirigenti della Pravda vaticana sono in totale malafede come questo negoziante: perché il negoziante, a dare il resto, guarda caso si sbagliava sempre a proprio vantaggio, dando sempre di meno, mai di più. Proprio come i dirigenti della Pravda vaticana: tra le tante frasi dell’intervista che per errore potevano saltare, guarda caso hanno saltato proprio quella nella quale il Sommo Pontefice mente spudoratamente. A questa insolita dimenticanza si aggiunga poi che non stiamo a parlare di una traduzione dal cinese all’italiano, ma di una traduzione dallo spagnolo all’italiano. Da ciò possiamo dedurre che i bugiardi sono tra di loro come le mani che si lavano, l’una lava l’altra e tutte e due si lavano assieme. Il tutto sempre con buona pace degli affetti dal complesso di furbizia, certi e sicuri di farci a tutti quanti fessi.

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Questa censura preventiva, ed il reinserimento della frase censurata, rende anzitutto il fatto in sé molto peggiore. Chi ha tolta quella frase, sbagliandosi come il negoziante disonesto che commette sempre l’errore di dare soldi in meno e mai in più, non ha tenuto in benché minima considerazione il monito dato da Cristo Signore in un passo di quel Santo Vangelo sempre più in disuso nella Chiesa della «rivoluzione epocale», ma soprattutto della «misericordia»:

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«Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio» [Lc 5, 36].

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In verità confesso che non so se arrabbiarmi o se ridere sull’esercito di pavidi opportunisti che si sono messi — come loro stessi dicono — «in prudente attesa». E quando abusano a questo modo del concetto di prudenza, che secondo la sapiente definizione di San Tommaso d’Aquino è l’auriga virtù, provo sconcerto e ribrezzo. Perché costoro, i pazienti dell’attesa, sono certi che, come dicono i napoletani: «Ha da passà ‘a nuttata».

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Indubbiamente la nottata passerà, però, quando sarà passata, quali danni e quali macerie rimarranno? E chi, riparerà i danni, o chi, ricostruirà sulle macerie? Forse i pavidi vigliacchi sempre in speranzosa carriera che attendono, o che forse credono veramente che il prossimo Pontefice darà loro l’agognato episcopato, o la tanto attesa berretta cardinalizia che non gli ha concesso l’attuale Pontefice regnante? Che l’uomo Jorge Mario Bergoglio si sia manifestato carente di prudenza ed equilibrio mentale lo scrissi nel marzo del 2018 [cf. QUI], senza comunque escludere che egli possa essere ugualmente uno strumento della grazia di Dio, anzi uno strumento persino privilegiato. Non a caso, il Pontefice regnante, ha un merito molto grande: ha fatto venire tutti i topi nascosti allo scoperto. E questi topi infetti e infettivi, si sono a tal punto scoperti, ammantati come sono da delirio di onnipotenza, da rendere loro del tutto impossibile qualsiasi tentativo di poter cambiare d’improvviso bandiera e riciclarsi domani, pur essendo dei camaleonti straordinari, ma soprattutto senza pudore, ritegno e dignità.

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Attualmente, il problema vero e serio, non è più l’uomo Jorge Mario Bergoglio, ma coloro che tagliano i pezzi dalle sue improvvide risposte, che mistificano, falsificano e che si ostinano a bollare come «odiatori» e «nemici del nuovo corso della Chiesa di Papa Francesco» tutti coloro che manifestano perplessità tutt’altro che odiose e irriverenti; ma soprattutto dimenticando che la Chiesa non è affatto «di Papa Francesco» da modellare come tale a immagine dell’uomo Jorge Mario Bergoglio, ma è di Cristo, da modellare e conformare come tale al mistero della croce di Cristo Signore. Insomma: io sono diventato prete per conformare la mia vita a quella di Cristo, non sarei mai diventato prete per sprecare la mia vita nel tentativo di conformarla a quella dell’uomo Jorge Mario Bergoglio. Durante il rito della mia consacrazione sacerdotale, il Vescovo mi ha detto in tono solenne: «Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della croce di Cristo Signore». Hanno forse cambiato il rito a mia insaputa sostituendolo con questa nuova formula: «[…] imita le fisime del Sommo Pontefice sui migranti, conforma la tua vita al nuovo corso della Chiesa dell’uomo Jorge Mario Bergoglio»?

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Perché, il Segretario di Stato, si è ripetutamente giocata la faccia difendendo in più occasioni l’indifendibile? Forse perché è un devoto servitore? No, forse perché è solo uno che spera nel prossimo conclave; e lo spera per se stesso, s’intende. I veri e fedeli servitori, erano i Segretari di Stato Rafael Merry del Val, o Pietro Gasparri, o Eugenio Pacelli, che senza esitare, in diverse e delicate occasioni, hanno puntato i piedi e detto ai Sommi Pontefici, con tutta la debita riverenza, che quella decisione che volevano prendere o che quel discorso che intendevano pronunciare, sarebbe stato un grave errore. O non disse forse, il Cardinale Eugenio Pacelli, al sanguigno Pio XI, che se in un dato momento molto delicato e critico, avesse veramente voluto pronunciare il discorso preparato contro il regime fascista italiano, in tal caso lo pregava di accettare, prima, le sue dimissioni da Segretario di Stato?

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Nulla di questo ha detto e fatto il Cardinale Pietro Parolin, né di fronte alla svendita dei martiri cinesi che hanno pagata con una vita di persecuzioni la loro devota fedeltà a Roma, né dinanzi al Cardinale elettricista che con una sua improvvida ragazzata ha regalato un milione di voti cattolici a Matteo Salvini [cf. QUI]. E nulla ha fatto, altresì, il Segretario di Stato, di fronte all’entrata del clero dell’irreale e del politicamente corretto nel merito dell’ultima campagna elettorale per le elezioni europee, compiendo in tal modo un’ingerenza dinanzi alla quale nessuno ha sospirato, dai membri della sinistra ai radicali indemoniati di marca Pannella&Bonino che per decenni ci hanno assordati con urla contro «l’ingerenza clericale», ogni qualvolta Giovanni Paolo II e Benedetto XVI si sono espressi su temi strettamente legati alla vita, alla morale ed alla bioetica. E se né i radicali indemoniati né i membri della sinistra radical chic hanno urlato contro «l’ingerenza clericale», è perché dei perniciosi soggetti come Padre Antonio Spadaro hanno trasformato direttamente l’uomo Jorge Mario Bergoglio in un leader della sinistra internazionale.

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Non solo la diplomazia vaticana ha fallito, perché quella che una volta era una scuola di diplomazia guardata con sommo rispetto persino dal Soviet di Mosca dell’epoca di Stalin, oggi è caduta nel ridicolo, non ultimo a causa di tutte le graziose signorine vanesie in carriere dalle quali è stata riempita; un vero esercito di pretini che, di finocchieria in finocchieria, nelle nunziature apostoliche del mondo fanno ridere sulla Santa Sede persino i diplomatici della Repubblica delle Banane.

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Il fallimento della diplomazia vaticana lo ha suggellato proprio il presidente di quella Repubblica Popolare Cinese con la quale, la lasciva Segreteria di Stato, si è letteralmente prostituita stilando un accordo col governo comunista che rimane tutt’oggi segreto (!?). Ricordo infatti che il 21 marzo il Presidente Xi Jinping è venuto in visita ufficiale in Italia, guardandosi però bene dal fare anche e solo una visita privata al Sommo Pontefice.

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E dopo avere mietuto questo successo, dopo che la Santa Sede è stata umiliata a questo modo dal governo cinese, col quale aveva poco prima stilato un accordo segretissimo, per caso, il Cardinale Pietro Parolin, attende davvero paziente il proprio meritato premio al prossimo conclave, dopo che …‘a nuttata sarà passata?

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Abbiamo cominciato dicendo che l’uomo Jorge Mario Bergoglio è bugiardo, proseguo concludendo: questo non deve spaventare più di tanto, al di là del comprensibile dispiacere dei devoti fedeli. Vi comunico infatti che anche l’uomo Simone figlio di Giona ribattezzato da Cristo Pietro, era un bugiardo, ed oltre a essere tale era pure vigliacco e traditore. Infatti, se assieme a quella del Padre Nostro non è uscita anche una versione corretta e aggiornata dei Santi Vangeli, sulle loro righe seguitiamo a leggere:

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«Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fissò e gli disse: “Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò: «Non so e non capisco quello che vuoi dire”. Uscì quindi fuori del cortile e il gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: “Costui è di quelli”. Ma egli negò di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Pietro: “Tu sei certo di quelli, perché sei Galileo”. Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: “Non conosco quell’uomo che voi dite”.  Per la seconda volta un gallo cantò […]» [cf. Mc 14, 66-72].

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In ogni caso, l’uomo Jorge Mario Bergoglio le ha combinate meno grosse dell’uomo Simone detto Pietro, il quale non fu scelto da un conclave di cardinali, ma da Cristo in persona. E Pietro — lo ricordo a chi parla solo di migranti e non legge più i Santi Vangeli —, oltre a essere stato scelto da Cristo, fu formato per tre anni da Cristo e poté vedere per più volte, in tutta la sua gloria, il Corpo di Cristo risuscitato dalla morte apparso agli Apostoli. E se Pietro fu scelto, forse è stato perché Cristo sapeva bene che duemila anni dopo sarebbe giunto dall’Argentina un Suo vicario in terra più buono e misericordioso del Divino Maestro, circondato da un corifeo di ruffiani pronti a urlare, ad ogni sua sortita infelice, quanto è meraviglioso, ma soprattutto «epocale» e «rivoluzionario» questo pontificato.

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Un consiglio non richiesto: tutti coloro che oggi si stanno godendo i loro dieci minuti di potere e di gloria, sappiano che questo pontificato non è eterno. Pertanto comincino a pensare sopra a quale delle isole della spazzatura galleggianti vorranno ritirarsi [cf. QUI], perché domani, per loro — i grandi distruttori e deturpatori della Chiesa —, non ci sarà posto, costasse pure dover celebrare un conclave fatto a colpi di coltellate tra i Padri Cardinali, i quali si guarderanno bene dal far affacciare alla loggia centrale dell’Arcibasilica di San Pietro qualche elemento come il nano malefico, che vive di cattiverie, vendette e crudeltà, pur non trovando di meglio da fare che andare in giro per il mondo a proclamare i nuovi beati, perché questi sono i soggetti ai quali l’uomo Jorge Mario Bergoglio ha aperto le porte del prossimo conclave, con le sue fantastiche «svolte epocali».

Ditemi voi se non c’è da piangere …

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Dall’Isola di Patmos, 31 maggio 2019

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