L’ISOLA DI PATMOS IN FESTA: SIAMO POVERI MA « SONO GIUNTI DIECI MILIONI … »

L’ISOLA  DI  PATMOS  IN FESTA :  SIAMO POVERI  MA  « SONO GIUNTI  DIECI  MILIONI … »

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I Padri de L’Isola di Patmos, giovanneo luogo de l’ultima rivelazione, ed i loro collaboratori, ringraziano i Lettori, sempre più assidui e numerosi, giunti al considerevole numero di dieci milioni di visite.

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Autori
Giovanni Cavalcoli, O.P. – Ariel S. Levi di Gualdo

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La redazione de L’Isola di Patmos riunita a Villa Imelda a San Lazzaro di Savena (Bologna). A sinistra Giovanni Cavalcoli, O.P, al centro Ariel S. Levi di Gualdo, a destra Jorge Facio Lince

L’Isola di Patmos nasce il 20 ottobre 2014 sotto gli auspici del Beato Apostolo Giovanni che su quest’isola — nota per questo come luogo dell’ultima rivelazione —, scrisse il Libro della Apocalisse. A quell’epoca avevamo un contatore esterno, poi azzerato per un problema tecnico. Così la creatrice e curatrice del sito, Manuela Luzzardi, installò un motore interno facendo partire il conteggio giornaliero delle visite dalla data del 15 febbraio 2015.

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Sr. Matilde Nicoletti della Congregazione domenicana della Beata Imelda, da anni collaboratrice di Giovanni Cavalcoli, O.P, ed il giovane Dott. Jorge Facio Lince, allievo e da anni collaboratore di Ariel S. Levi di Gualdo

Progressivamente L’Isola di Patmos si è munita dei migliori servizi professionali, il primo dei quali fu il server business per consentire un accesso illimitato di visitatori. Infatti, il numero delle visite in crescente aumento sin dagli inizi del 2015, comportava spesso il blocco del sito, quando le persone collegate erano numerose e quando sforavamo oltre il numero di visite consentito da quel servizio che, raggiunto un certo numero, bloccava la visualizzazione sino all’inizio del mese successivo.

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Questo il motivo per il quale, più volte, ci siamo rivolti ai Lettori facendo presente che su internet nulla è gratis ma tutto è a pagamento quando si lavora in un certo modo usufruendo di certi servizi.

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Il mantenimento del sito de L’Isola di Patmos è divenuto progressivamente sempre più costoso in seguito all’acquisto di tutta una serie di servizi professionali che ogni anno rinnoviamo per un importo complessivo che nel 2016 è stato pari a 5.200 euro, senza contare altri generi di spese sempre legate alle nostre attività pubblicistiche ed editoriali.

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Giovanni Cavalcoli, O.P, Matilde Nicoletti e Ariel S. Levi di Gualdo

A livello statistico europeo L’Isola di Patmos è tra i primi 10 siti cattolici più visitati. Numerosi i siti e le riviste, incluse quelle specialistiche, che più e più volte hanno ripreso e fatto proprie le tematiche teologiche ed ecclesiali spesso spinose trattate dai Padri de L’Isola di Patmos, senza avere né il buon gusto né la signorilità di fare i dovuti richiami, o facendo passare il tutto come farina del loro sacco. Se però da una parte fa fede la data di pubblicazione nostra, spesso di molto antecedente certe allegre appropriazioni, dall’altra è altrettanto palese la scorrettezza di questi soggetti sui quali abbiamo sempre fatto un sorriso divertito. Volete un solo esempio, uno solo tra i tanti? Ebbene, andate a rileggere questo articolo che risale al 16 dicembre 2016, scritto non da un laico praticone che quando la sera torna a casa sua o quando smette di far danni via internet, chiude la porta o il computer e nessuno può scalfirlo in alcun modo; rileggete oggi questo articolo scritto da un presbìtero soggetto in tutto e per tutto alla piena giurisdizione dell’Autorità Ecclesiastica, con tutto ciò che ad esso potrebbe derivare in prezzi da pagare a volte anche per tutta la vita. Fatto questo, verificate poi come le analisi dure e severe impresse in quello scritto, oggi sono oggetto di diffuse discussioni e soprattutto di un malumore sempre più crescente che pervade sia il Popolo di Dio sia la società civile dei non credenti, per esempio riguardo il supremo culto dei profughi veri o presunti e dei migranti inaugurato con questo pontificato. E ci limitiamo, come dicevamo, solo a questo esempio tra i numerosi, mentre oggi, giornalisti e analisti, gridano “eureka !” per avere scoperta infine l’acqua calda, usando allegramente le nostre argomentazioni senza fare a noi — che per inciso non ne abbiamo proprio bisogno, come dimostrano i nostri numeri di Lettori —, alcun doveroso richiamo, specie quando citano come proprie delle frasi e delle espressioni tutte quante nostre, scioccamente ignari che il Padre Giovanni Cavalcoli per un verso, il Padre Ariel S. Levi di Gualdo per altro verso, hanno tra l’altro uno stile figurato e lessicale inconfondibile, oltre a non essere propriamente due perfetti sconosciuti [l’articolo richiamato in queste righe è leggibile QUI].  

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Eppure sino ad oggi non siamo riusciti a trovare uno sponsor che sostenesse le nostre spese in cambio di uno spazio pubblicitario che sarebbe visualizzato giornalmente da decine di migliaia di visitatori. Quando si sono presentate alcune possibilità abbiamo dovuto rifiutarle, perché saremmo andati incontro a quei problemi meglio noti come “bavagli”. Infatti, dinanzi a certi nostri scritti e analisi critiche tanto ineccepibili quanto non contestabili, gli amici degli amici avrebbero reagito facendo leva sullo sponsor, legato direttamente o indirettamente a certi gruppi, persone o cosiddette cordate. E di questo ne abbiamo avuto immediato saggio quando un imprenditore, ben disposto nei nostri riguardi, esordì dicendo: «Però io sono legato al gruppo di […], quindi sarebbe necessario che voi mitigaste i toni e le critiche su certe cose» …

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Giovanni Cavalcoli, O.P. e Sr. Matilde Nicoletti

… e quando il Padre Ariel, rivestendosi del candore di Sant’Agnese con l’agnellino bianco in mano, con tanto di occhioni spalancati e di battito di ciglia, chiese lumi su che cosa intendesse dire con «mitigare toni e critiche», fu chiaramente risposto che non avremmo dovuto rivolgere alcuna critica ai lefebvriani ed a tutti i gruppi che circolavano attorno a loro, ivi inclusi blog e riviste cimentate da anni nella diffusione delle eresie del Vescovo Marcel Lefebvre e dei suoi attuali sostenitori. Detta in altre parole: lo sponsor cercò di comprare il nostro silenzio a beneficio di quei cattolici sempre più incattiviti e depressi che dietro al mondo del cosiddetto e impropriamente detto “tradizionalismo”, si sono costruiti il loro redditizio mercatino di pubblica visibilità, di libri, di pubblicazioni, di conferenze e via dicendo a seguire, foraggiati di danaro sia da facoltosi imprenditori italiani sia soprattutto da esponenti della ultra destra americana, perché con la vendita sia di libri sia di riviste in formato cartaceo, non sono in grado di recuperare neppure le sole spese vive della stampa. Se infatti le cordate dei modernisti sono servite e riverite con tutto il danaro a loro necessario, altrettanto lo sono i cosiddetti e impropriamente detti “tradizionalisti” facenti capo alle correnti lefebvriane e affini. Noi che invece non siamo sul libro paga né degli uni né degli altri, dobbiamo fare solo ed esclusivo affidamento sul sostegno dei Lettori, che sino a oggi ci hanno sostenuti, malgrado le nostre non poche difficoltà passate e presenti, non esitando ad ammettere che camminiamo sempre sul filo del rasoio e con la periodica paura di non riuscire a farcela per mancanza di fondi. 

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Per due volte abbiamo corso il rischio di chiudere, se non fosse intervenuta una singola benefattrice che vive sulle rive di un bel lago e che ci ha tirati fuori dalle acque mentre stavamo correndo il rischio di affogare noi in un altro genere di lago, per nulla bello.

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Giovanni Cavalcoli, O.P. e Ariel S. Levi di Gualdo nel Convento domenicano di Varazze durante le riprese video delle lezioni registrate per i Lettori de L’Isola di Patmos

Le soddisfazioni raccolte per il nostro lavoro apostolico non si contano e tutti i giorni ne rendiamo grazie a Dio, tra le tante ne citiamo una sola: diversi sacerdoti, soprattutto italiani e polacchi, ogni mese ci inviano delle piccole somme di danaro per sostenerci, nell’ordine delle poche decine di euro ciascuno. Più che di un aiuto determinante, si tratta di una grande soddisfazione morale. O per dirla con le parole a volte secche e dure del Padre Ariel:

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«I preti, sin dai primi mesi di santissimo seminario, imparano a chiedere, ma non a dare. E, quando danno, in tal caso danno ciò che in fondo non costa a loro niente, a partire da tanti consigli inutili e spesso di rigore neppure richiesti. Però, da subito, sviluppano la capacità di chiedere, chiedere, chiedere … Insomma, tirare fuori un centesimo dalle tasche di un prete è impresa destinata quasi sempre al totale insuccesso».

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Voi capite bene quanto per noi sia importante essere sostenuti anche da non pochi sacerdoti. E che dei preti, tutti i mesi, ci mandino anche e solo 10 euro di offerta a sostegno de L’Isola di Patmos, più che un successo è per noi cosa tanto inaspettata quanto straordinaria, specie se poste le premesse del Padre Ariel, che sarà spesso duro e severo, ma non per questo privo di profondo contatto con quello che è il mondo del reale ecclesiale ed ecclesiastico.

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Varazze, maggio 2017, le riprese delle video lezioni di Giovanni Cavalcoli, O.P.

Dal 15 febbraio 2015 ad oggi 16 luglio 2017, in due anni e cinque mesi L’Isola di Patmos ha totalizzato dieci milioni di visite.

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Da un mese a questa parte abbiamo deciso di mettere in fondo ad ogni nostro articolo un invito ai numerosi Lettori a ricordarsi di noi, perché l’invito «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» [Gv 8,32], deve essere seguito dalla consapevolezza che la verità, per essere annunciata e diffusa, ha bisogno di mezzi, anche e soprattutto economici. Lo stesso Verbo di Dio Cristo Signore, per portare avanti la sua predicazione, aveva bisogno di essere sostenuto; ed in tal senso era sostenuto da ricchi pagani convertiti, da giudei benestanti che credevano al suo annuncio, da vedove facoltose che sostenevano Lui ed i suoi Apostoli.

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… cosa possono fare di “irrazionale” un frate sacerdote domenicano ed un sacerdote membro del clero secolare dopo avere celebrato la Santa Messa della Domenica? Andare a prendere un … cappuccino, ed ovviamente soffermarsi a parlare delle ultime sparate fanta teologiche di Padre Raniero Cantalamessa … [vedere QUI]

Questo è il mondo del reale: la verità costa, in tutti i sensi, ed ogni uomo di fede che crede in essa e che ritiene che alcuni ne siano validi e fedeli annunciatori, è chiamato a sostenere sia la verità sia chi la annuncia e la diffonde, in modo del tutto particolare nell’odierno mondo ecclesiale ed ecclesiastico nel quale, più che la buona teologia ormai andata perduta da decenni, si stanno smarrendo i fondamenti basilari del Catechismo della Chiesa Cattolica, mentre il Popolo di Dio è sempre più disorientato, ed i pochi e buoni sacerdoti che ci rimangono hanno spesso enormi difficoltà a trovare almeno un confratello che li possa sostenere umanamente, moralmente e spiritualmente, un buon direttore spirituale ed un bravo confessore. 

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Sostenere L’Isola di Patmos vuol dire molto di più che sostenere qualche congrega di laici che si sono improvvisati dalla sera alla mattina storici della Chiesa, canonisti, teologi dogmatici ed ecclesiologi; vuol dire sostenere anzitutto due sacerdoti che da anni sono confessori, direttori spirituali e consiglieri di numerosi sacerdoti sempre più smarriti ed in difficoltà. Altro che l’opera spesso devastante, quasi sempre politicante e soprattutto divisoria e distruttiva, portava avanti da non pochi laici praticoni, nessuno dei quali, almeno al momento presente, può levare in alto la mano e dire ad un sacerdote in stato di profonda crisi morale: «io ti assolvo dai tuoi peccati …», né alcuno di costoro, con due formule politico-ideologiche, può essere vicino e sostenere spiritualmente un sacerdote in crisi di fede.

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Ecco che cos’è nella concreta realtà L’Isola di Patmos, il primo sostegno economico alla quale dovrebbe venire proprio dalla Conferenza Episcopale Italiana, se di essa non fosse Segretario generale S.E. Mons. Nunzio Galantino, che aumenta il disorientamento del clero facendo passare sul quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, degli articoli che sono sempre più spesso un affronto e un oltraggio al deposito della fede e alla dottrina cattolica. E per ricordarne a tal proposito solo una tra le tante, o meglio tra le troppe ormai all’ordine del giorno, basti rileggere un recente articolo di Padre Giovanni Cavalcoli, dov’è spiegato con tutto lo stupore del caso — posto che la dottrina della Chiesa sulla Santissima Eucaristia non risulta sia stata mutata —, l’autentico florilegio di eresie scritte su Avvenire da un sacerdote religioso per la commemorazione della solennità del Corpus Domini [vedere QUI].

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in due anni e cinque mesi, L’Isola di Patmos ha totalizzato dieci milioni di visite

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