Video-meditazioni di Ariel S. Levi di Gualdo sull’Avvento

— I video dell’Isola di Patmos

VIDEO-MEDITAZIONI DI ARIEL S. LEVI di GUALDO SULL’AVVENTO

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Dopo le due lectiones tenute a Roma dal Padre Ariel S. Levi di Gualdo presso i Frati Francescani dell’Immacolata, vari lettori hanno chiesto di mettere a disposizione altri video-materiali dei Padri dell’Isola di Patmos. Cominciamo con l’offrire queste Meditazioni d’Avvento dedicate a due letture tratte dal Vangelo e da una lettura biblica tratta dal Libro della Genesi, nelle quali sono illustrati principalmente tre concetti chiave: la volontà del Padre, il si di Maria, la compassione di Cristo.

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Autore Redazione dell'Isola di Patmos

Autore
Redazione
dell’Isola di Patmos

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Cari Lettori.

Quanto prima il Padre Ariel e il suo Collaboratore si recheranno presso il convento in cui vive il Padre Giovanni Cavalcoli per stare un po’ assieme e registrare delle lectiones dell’insigne accademico domenicano da pubblicare in video sul Canale You Tube dell’Isola di Patmos.

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DAL CANALE YOU TUBE DELL’ISOLA DI PATMOS

Per aprire i video cliccare sopra le immagini

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PRIMA MEDITAZIONE: La volontà del Padre

Video 1

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SECONDA MEDITAZIONE: Il sì di Maria

Video 3

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TERZA MEDITAZIONE: La compassione di Cristo

Video 2

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Apertura del Giubileo agli animali nel giorno della Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

— I video dell’Isola di Patmos

APERTURA DEL GIUBILEO AGLI ANIMALI NEL GIORNO DELLA IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

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In virtù delle mie cattoliche competenze animali ho voluto dare un contributo offrendo ai Lettori dell’Isola di Patmos un video sulla apertura del Giubileo. Nella solennità della Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria i festeggiamenti per l’apertura della Porta Santa si sono infatti conclusi con una serie di proiezioni notturne sulla facciata della Papale Arcibasilica di San Pietro trasformata per l’occasione in uno zoo.

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Autore Ipazia gatta romana

Autore
Ipazia gatta romana

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ipazia sotto coperta

… la devastatrice professionista delle coperte dei letti

Ringrazio il Centro Televisivo Vaticano da cui ho tratto le immagini di questo filmato. Ringrazio Ariel S. Levi di Gualdo, mio direttore spirituale, che ha accettato di comparire con me in video. Un devoto grazie all’insigne domenicano Giovanni Cavalcoli, accademico pontificio, che mi ha aperto la mente sui principi tomisti della metafisica felina; al giovane filosofo tomista e teologo Jorge Facio Lince che mi ha aiutato ad apprendere gli insegnamenti a me impartiti dall’insigne teologo domenicano.

Prometto al Padre Ariel ed a Jorge, come mia personale penitenza in questo anno giubilare, di non avvoltolarmi più nelle coperte di lana invernale dei letti delle loro camere facendoglieli poi trovare puntualmente disfatti al loro rientro a casa.

Attraverso questo atto penitenziale spero di lucrare l’indulgenza offrendo giornalmente, come gatta cattolica consacrata laica, le mie preghiere per i felini peccatori del ceto degli aristogatti, perché al loro contrario i gatti delle periferie esistenziali sono poveri e, in quanto poveri, sono tutti buoni, santi e salvi; perché la Chiesa di Cristo non è più la Chiesa di tutti gli uomini di buona volontà, ma la Chiesa dei poveri.

ipazia coperta

… la devastatrice professionista delle coperte dei letti

Ahimé non posso ospitare una famiglia di gatti profughi maomettani come avrei desiderato, perché il Padre Ariel mi ha detto che mi avrebbe sbattuta fuori di casa e mandata ad abitare nella struttura alberghiera di chi mi aveva messo in testa certe idee alquanto irrealizzabili.

A quel punto ho riflettuto su quella “minaccia” e mi sono ricordata che anch’io, quand’ero piccola — pensate: pesavo appena quattro etti! — fui strappata alla sicura morte dal Padre Ariel e dal suo Collaboratore, che terminata la celebrazione della Santa Messa nelle Catacombe di Priscilla erano intenti a rincasare, quando mi trovarono abbandonata, presa a urlare in Via Nemorense. Come potete capire non mi hanno raccolta in una periferia esistenziale, ma in una zona residenziale romana del quartiere salario, dove potrebbero abitare molti più poveri di quanti non ne abitino nei quartieri ultra-popolari, perché, come mi ha sempre insegnato il mio buon Padre: chiunque è privo di Cristo è un povero. È in questo che si misura infatti la vera povertà: essere privi della grazia del Padre Creatore, del Figlio Redentore, dello Spirito Santo consolatore che procede dal Padre e dal Figlio.

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DAL CANALE YOU TUBE DELL’ISOLA DI PATMOS

Per aprire il filmato realizzato da Ipazia gatta romana  cliccare sopra la foto

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Ipazia al Giubileo

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Alle porte del Natale: le osservazioni sull’ateismo di Giovanni Cavalcoli

− Theologica —

ALLE PORTE DEL NATALE: LE OSSERVAZIONI SULL’ATEISMO DI GIOVANNI CAVALCOLI

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[…] il Beato Paolo VI assegnò alla Compagnia di Gesù come compito speciale la lotta contro l’ateismo; ma la Compagnia purtroppo non solo non ha prodotto nulla di significativo in questo campo, ma è stata connivente con i guerriglieri comunisti in America Latina ed ha concesso piena libertà di azione a un teologo come Karl Rahner, il quale sostiene la possibilità di un ateo in buona fede, che pertanto non è colpevole.

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Autore Redazione dell'Isola di Patmos

Autore
Redazione
dell’Isola di Patmos

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Alle porte del Natale che celebra il Mistero dell’Incarnazione del Verbo di Dio fatto Uomo, l’accademico pontificio Giovanni Cavalcoli offre ai lettori dell’Isola di Patmos questo saggio breve sull’ateismo.

Compatibilmente con i tempi tecnici ed i numerosi impegni pastorali dai quali sono gravati i Padri dell’Isola di Patmos in quest’ultimo scorcio d’Avvento, contiamo di caricare quanto prima sul Canale You Tube dell’Isola di Patmos  i tre video con le meditazione sull’Avvento del Padre Ariel S. Levi di Gualdo, che attualmente stiamo convertendo dal pesante formato HD ad un formato idoneo per il caricamento su internet.

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Per aprire il saggio-breve del Padre Giovanni Cavalcoli cliccare sotto

20.12.2015 Giovanni Cavalcoli OP – OSSERVAZIONI SULL’ATEISMO

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Aprite, anzi: spalancate le gambe alla ginecologia estetica!

– Lettere dei Lettori dell’Isola di Patmos

APRITE, ANZI: SPALANCATE LE GAMBE ALLA GINECOLOGIA ESTETICA!

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[…] neppure un soggetto sessualmente incattivito, notoriamente dissacrante e aggressivo verso la Chiesa Cattolica e il Cattolicesimo, tale da sempre notoriamente è il regista spagnolo Pedro Almodovar, sarebbe riuscito a dare vita, attraverso le sue fantasie perverse, ad una immagine grottesca come I dialoghi sulla vagina in Vaticano.

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Autore Padre Ariel

Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

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Caro Padre Ariel.

Sono una suora infermiera ormai non più in servizio. Ho svolto i miei ultimi anni di lavoro, o meglio di cristiana missione, in un ospedale, dove per 10 anni ho fatto la caposala. Non le nascondo che in un primo tempo, leggendo il materiale che le invio, ho pensato ad uno scherzo, ma la notizia è risultata autentica. Le giro la locandina e la brochure che pubblicizza questo convegno sulla chirurgia estetica ginecologica che si terrà presso una istituzione accademica della Santa Sede. Più che conoscere il suo pensiero (che leggendola da alcuni anni posso bene immaginare) le domando: ma che cosa sta accadendo?

Lettera firmata  

            

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I Dialoghi sulla vagina all’ombra della Tomba del Principe degli Apostoli

Tutti abbiamo ancora nelle orecchie e nel cuore l’amorevole monito di San Giovanni Paolo II che nel 1978 dette inizio al suo pontificato con la celebre frase: «Aprite, anzi: spalancate le porte a Cristo e alla sua salvatrice potestà» Cf. QUI, QUI].

Che la decadenza sia brutta ci è noto da un punto di vista antropologico, filosofico, storico e anche teologico; e siamo altresì consapevoli di vivere un momento di crisi di fede e di decadenza intra-ecclesiale che non ha precedenti storici. Nei suoi venti secoli di vita la Santa Chiesa di Cristo ha attraversato momenti di grande crisi, ma quello odierno è di fatto senza antecedenti. Mai infatti era accaduto ― neppure nei tempi più infausti ― che la Chiesa favorisse la crisi di fede al proprio interno. Mai come oggi era accaduto che al proprio interno il bene diventasse male, il male bene, la virtù vizio e il vizio virtù, la sana dottrina eresia e l’eresia sana dottrina. Mai era accaduto che presbìteri profondamente mediocri, deboli nella fede, lacunosi nella dottrina e presi a piacere alle mode di questo mondo ed a conformarsi ad esse, fossero promossi in gloria all’episcopato, ed il tutto con grave danno recato a numerose Chiese particolari, danni che a breve diventeranno irreversibili, considerando che questi vescovi immetteranno nel Sacro Ordine Sacerdotale dei nuovi sacerdoti fatti a immagine propria; a immagine del mondo per piacere al mondo, non a immagine di Cristo per piacere a Cristo e, all’occorrenza, per dispiacere al mondo.

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lettera d’invito del presidente della Società di Estetica Ginecologica, il Dott. Alexandros Bader

Sicché sorge spontaneo chiedersi: cosa direbbe al presente San Giovanni Paolo II, vedendo trasformato in modo grottesco, quasi buffonesco-circense, il suo amorevole monito? Perché oggi, il monito di questo Santo Pontefice, per di più in pieno Anno Santo, è stato mutato in … «Spalancate le gambe agli specialisti della ginecologica estetica» !?

Ma veniamo al fatto: il 20 e 21 aprile 2016 presso L’Institutum Patristicum Augustianianum [cf. QUI] — pontificio istituto con sede di fronte a San Pietro, dipendente dalla Santa Sede e aggregato alla Pontificia Università Lateranense ―, si svolgerà il primo convegno mondiale di estetica ginecologica. Gli specialisti presenti sono tutti clinici di fama e gran parte di essi rappresentano quanto di più distante possa esistere dal mondo cattolico, ma anche dal più generico mondo cristiano, fatto di tante aggregazioni nate principalmente dallo scisma prodotto dall’eresia di Lutero; eresia che, oggi come oggi, per come le cose stanno andando rischia di figurare davvero poca cosa a confronto della nostra realtà.

All’ombra della Cupola di San Pietro sulla quale di recente sono state già proiettate scimmie e scimpanzé nella Solennità della Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria [cf. video di Ipazia gatta romana, QUI] tra pochi mesi potremo finalmente essere illuminati su un grande arcano: come stimolare il misterioso cosiddetto “Punto G”, affinché il tutto possa generare una vita sessuale più creativa ed elettrizzante?

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alcune delle tecniche di ringiovanimento vaginale

Molti orizzonti saranno aperti in questo convegno, ad esempio per quanto riguarda le tecniche di ricostruzione vaginale, od attraverso quale tecnica plastico-chirurgica aumentare le labbra del sesso genitale femminile, oppure come ridurre quelle troppo “slabbrate” a causa di un uso eccessivo che ha prodotto comprensibile usura. Sarà poi chiarito e spiegato come procedere chirurgicamente al ringiovanimento vaginale. Nel programma del convegno ampio spazio è dedicato alla spiegazione scientifica sulle nuove tecniche del lifting alla clitoride, per seguire con le tecniche più all’avanguardia sulla cosmetica vaginoplastica.

Insomma, una Chiesa che resasi ormai consapevole di quanto sia obsoleto il messaggio «aprire le porte a Cristo e alla sua salvatrice potestà», pare invitare ad «aprire le gambe al chirurgo specializzato in ginecologia estetica». Ciò di cui ringrazio Dio è che diversamente dalle scimmie proiettate su San Pietro nel giorno della Immacolata Concezione, questa nuova trovata non si svolgerà perlomeno nella solennità dell’Annuncio dell’Angelo alla Beata Vergine Maria.

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sede del convegno: Institutum Patristicum Augustinianum, Stato della Città del Vaticano (Roma)

Una così massiccia presenza di luminari della ginecologia presso la Santa Sede è comunque cosa buona e giusta, ma soprattutto comprensibile. Ci è infatti noto da tempo che all’interno delle mura leonine sono sempre di meno i prelati a rischio di malattie alla prostata, mancando, non pochi di essi, della materia prima necessaria e imprescindibile per potersi ammalare: gli attributi maschili.

Non è pertanto da escludere che svariati prelati saluteranno con gioia questo convegno, cogliendo in tal modo la felice occasione per apprendere come ed attraverso quali tecniche prodigiose sia chirurgicamente possibile procedere al “restauro” di non pochi orifizi usurati; quegli orifizi che hanno portato taluni di essi all’episcopato, nelle sedi di varie nunziature apostoliche in giro per il mondo, sulle cattedre di varie diocesi, alla dignità cardinalizia … il tutto stando sempre fedelmente a quanto dimostrano i vergognosi fatti degli ultimi anni, non di rado anche sfociati in atti giudiziari e processi penali che hanno gravemente leso la dignità della Chiesa, soprattutto a causa di tutte le Autorità ecclesiastiche che, pur sapendo, per anni hanno taciuto anziché agire, sprofondando così sempre di più nel tremendo peccato capitale dell’accidia …
… come infatti è noto e risaputo ormai da svariati decenni: una carica ecclesiastica val bene un orifizio usurato, specie poi se la ginecologia estetica ti corre in soccorso direttamente in casa tua per spiegarti in che modo farsi il lifting ed eliminare i segni dell’usura dovuti a ragioni di carriera ecclesiastica da parte di quei prelati che, la bocca, per tutto l’hanno usata fuorché per pregare.

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tutte le specialità estetico chirurgiche, sino al trattamento estetico della clitoride, riportate in grande a fondo di pagina

Dobbiamo prendere atto, in modo serio e oggettivo, che neppure un soggetto sessualmente incattivito, notoriamente dissacrante e aggressivo verso la Chiesa Cattolica e il Cattolicesimo, tale da sempre è il regista spagnolo Pedro Almodovar, sarebbe riuscito a dare vita, attraverso le sue fantasie perverse, ad una immagine grottesca come I dialoghi sulla vagina in Vaticano.

Il prossimo convegno sarà forse promosso dalla società degli urologi per discutere sulle tecniche di allungamento del pene maschile e di aumento della sua circonferenza in soggetti affetti da micro-pene congenito? In tal caso, questo eventuale nuovo convegno, potrebbe essere organizzato presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, con ospite d’onore l’Arciabate emerito di Montecassino, già membro della Conferenza Episcopale Italiana, il quale potrebbe parlare ai presenti della sua ricca esperienza con gli escort ed i marchettari professionisti pagati a botte di soldi centimetro dietro centimetro, serata dietro serata, con i soldi provenienti dal gettito dell’Otto per Mille e destinati alla Caritas della Diocesi da lui governata? E anche in quest’ultimo caso non pochi, all’interno dei sacri palazzi, dovrebbero chiedersi: da quanti anni le Autorità ecclesiastiche erano al corrente della vita dissoluta di questo prelato, incluso l’uso di droghe pesanti? Perché non hanno agito per tempo, attendendo con omissiva impotenza che a prendere le doverose iniziative fosse la legge penale dello Stato dinanzi a varie malversazioni a fronte delle quali sono stati poi ravvisati diversi reati? Cosa sta accadendo in numerose abbazie e monasteri benedettini e cistercensi sparsi per l’Europa, non pochi dei quali simili a dei veri e propri lupanare, retti da abati che sembrano languide dame incipriate, ai quali va ascritto il merito di avere reclutato tra i propri monaci un vero e proprio esercito di omosessuali in cerca di quieto rifugio e di sicuro sfogo? Anche in tal caso, si attenderà che ad agire siano le leggi penali degli Stati, quando alcuni di questi vizi e malvezzi si trasformeranno in figure di reato?

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data e sede del convegno …

Espressi con sofferenza questi fatti, spero che qualche veste paonazza non si azzardi a prendersela col sottoscritto Reverendo Signore, perché si tratta appunto di dati di fatto; e tra pochi mesi saranno atti di un convegno sulla vagina celebrato all’ombra della Tomba del Principe degli Apostoli, con inviti agli specialisti di tutto il mondo stampati sullo sfondo della Papale Arcibasilica di San Pietro e con la garanzia già data a tutti i partecipanti di poter beneficiare anche di una udienza a loro riservata dal Romano Pontefice, sempre come indica il programma. Ora, prego Dio di salvarmi sempre da qualsiasi forma di inopportuna volgarità, ma dinanzi a questo fatto mi è tornato a mente il titolo di un filmetto ameno d’inizi anni Ottanta, di cui conosco solo il titolo, non avendolo mai visto, ed il titolo sembrerebbe in tal senso cadere come suol dirsi a pennello: «Viva la foca … e che Dio la benedoca» [cf. QUI]. Pensate: all’epoca quel film — che al presente potrebbe essere proiettato nei cinema parrocchiali per i suoi contenuti oggi pudichi — fu sequestrato da due pretori dietro segnalazione ecclesiastica a causa del suo titolo, ed il regista rischiò l’arresto. Ma eccoci infine servito il conto a distanza di tre decenni, dopo tanto moralismo clericale a fronte del quale bastava che un monsignorotto telefonasse al capetto democristiano di turno per far cancellare un programma dalla televisione di Stato. E conseguenza dei logici e inevitabili risultati del moralismo clerico-democristiano rimane, qual orrido paradigma, quella povera anima dell’Arciabate emerito di Montecassino, che non è l’unico, ma solo uno dei diversi che preso da delirio di onnipotenza e accecato dalla certezza di essere intoccabile, quindi al di sopra del bene e del male, ha superato ogni misura umana e morale.

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il logo della Società Europea di Ginecologia Estestica

Questo è purtroppo lo stato odierno della povera Sposa di Cristo che io intendo difendere, non certo gettare sul marciapiede, come stanno invece facendo molti “prudenti” ed “opportuni” Eminenti ed Eccellenti Signori che, nelle loro dissociazioni dell’umano e cristiano reale, temo ormai irreversibili, potrebbero avere persino l’ardire di rimproverare me per avere osato dire null’altro che il palese e solare orrido vero: I dialoghi sulla vagina all’ombra della Tomba del Principe degli Apostoli, con tanto di benedicente udienza del Sommo Pontefice a fine convegno. E chiunque abbia da smentire, Padre Federico Lombardi in testa, portavoce ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede, si faccia avanti; ma lo faccia però con solide e chiare argomentazioni, perché ormai, le scalate sugli specchi scivolosi, riescono ad annusarle da lontano persino gli ingenui, non più disposti a credere a tutte le trovate a effetto dei “cattolici adulti”, che mirano a scristianizzare e ridicolizzare la Chiesa dall’interno, rendendola agli occhi del mondo comica, grottesca e caricaturale. E tutta questa è abile e devastante opera del Demonio. Pertanto, si faccia la guerra a Satana, anziché mostrare stizza verso di me, “colpevole” solo di dire che «il Re è nudo” e che «la Regina langue». 

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Per esaminare tutto l’intero programma su I dialoghi della vagina stampati sullo sfondo della Papale Basilica di San Pietro, i quali si terranno presso il Pontificio Institutum Patristicum Augustianianum cliccare QUI e QUI

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NOTA DEL 19 DICEMBRE 2015, ore 12.00

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Un amico giornalista vaticanista ha avuto la bontà di inviarmi la nota di smentita della Santa Sede a cura del Padre Federico Lombardi, S.J. Una nota che pubblichiamo subito ed anche con estremo piacere.

vedere QUI

Stando le cose come informa il Portavoce ufficiale della Santa Sede, prendiamo atto che una associazione riconosciuta dalla società scientifica internazionale avrebbe coinvolto la Santa Sede ed una sua istituzione accademica in un convegno del quale «nessuno era stato informato».

Speriamo quindi che quanti hanno coinvolto la Santa Sede a sua insaputa, stampando inviti e brochure con l’immagine di sfondo della Papale Arcibasilica di San Pietro, peraltro agli inizi dell’Anno Santo e alle porte del Santo Natale, ne rispondano presso le adeguate sedi. E ciò non certo per avere parlato di quel nobile organo della vagina alla quale dobbiamo la nascita verginale dello stesso Figlio Unigenito di Dio, ma per avere diffuso notizie con tutti i crismi della ufficialità e seminando comprensibile sconcerto tra i fedeli cattolici che, con i tempi che stanno correndo, giorno dietro giorno sono pronti ormai ad aspettarsi di tutto.

Di una cosa rimango però perplesso: possono gli organizzatori di questo evento essere stati così stolti da inventarsi un convegno sull’estetica della vagina al Pontificio Istituto Augustinianum, indicandolo nell’invito ufficiale già da tempo stampato su carta e inviato a numerosi specialisti, oltre che riprodotto in elettronico e diffuso sulla rete telematica? Sicchè mi chiedo: non sarebbe stato meglio chiarire che presso quel Pontificio Istituto, qualcuno dei numerosi incompetenti che popolano oggi le nostre strutture ecclesiastiche, ha messo a disposizione una sala-convegni senza essersi premurato di verificare prima e con attenzione di che cosa trattasse questo convegno clinico? Perché forse, il tutto, dipende ancora una volta dalla superficialità della persona sbagliata messa nel posto sbagliato. E in tal caso, la colpa, sarebbe “nostra”, non degli organizzatori del convegno sull’estetica della vagina in Vaticano.

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Giubileo: “La Misericordia e il mistero della salvezza”

GIUBILEO: “LA MISERICORDIA E IL MISTERO DELLA SALVEZZA”

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In questo Giubileo della Misericordia siamo chiamati a identificarci con il cieco di Gerico, chiedendo con fede la guarigione dalla cecità originata dal nostro peccato, per sentirci dire dalla fonte eterna e viva della Misericordia di Dio: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». E noi loderemo Dio, «Perché eterna è la sua misericordia»

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Autore Padre Ariel

Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

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Il Beato Paolo VI apre la Porta Santa

La Misericordia percorre l’intero mistero della salvezza, ed è anche cantata come inno dal salmista in un celebre salmo di lode e di gloria, il Salmo 135, detto anche הַלֵּל (Grande Hallel) che ad ogni lode di ringraziamento elevata a Dio ripete 25 volte: quoniam in aeternum misericordia eius (perché eterna è la sua misericordia).

La Misericordia di Dio è la manifestazione del suo eterno amore verso le creature e verso lo stesso creato. La Misericordia è la manifestazione aperta della forza e della bontà di Dio; una manifestazione che attraverso il mistero dell’Incarnazione del Verbo di Dio diviene fisica e corporea, quindi visibile. Come infatti scrive San Paolo nel prologo della sua lettera agli abitanti della città di Efeso, nel Figlio generato non creato della stessa sostanza del Padre la Misericordia si ricapitola, secondo questa felice e profonda definizione dell’Apostolo racchiusa nell’ espressione: «il disegno di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra». Una ricapitolazione che costituisce in sé e di per sé un atto di misericordia di Dio Padre che offre il proprio Figlio unigenito che diverrà agnello immolato senza macchia che col sangue del proprio sacrificio lava il peccato del mondo.

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L’anziano Paolo VI prostrato in ginocchio all’ingresso della Porta Santa

Il teologo domenicano Reginald Garrigou-Lagrange sottolinea che «Grazie alla Misericordia il Creatore fa nascere la creatura dal nulla. Egli inoltre compie qualcosa in più: fa scaturire il bene dal male». Questo il motivo per il quale nella lode del cero pasquale che viene cantata a Pasqua, esprimiamo la nostra lode a Dio cantando: «Felice colpa, che ci fece meritare un così grande Redentore». E l’opera cristologica di Redenzione per opera di Cristo i è il cuore eterno, vivo e pulsante della sua Misercordia.

La Misericordia è quindi è un vero e proprio attributo della natura di Dio che si manifesta in ogni sua azione esterna. Dio non diviene misericordioso dopo che l’uomo, rompendo l’armonia del creato, introduce nel mondo la morte attraverso il mistero del peccato originale; misericordioso Dio lo è da sempre, non solo prima del peccato dell’uomo, ma prima della creazione stessa dell’uomo, perché anche in questo consiste il mistero: egli ci ha scelti e amati prima ancora della creazione del mondo, predestinandoci a essere suoi figli adottivi [cf. Ef 1, 1, 4-5].

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San Giovanni Paolo II apre la Porta Santa

La Misericordia di Dio consiste, quindi, non solo nel sollevare l’uomo dalla miseria del peccato, ma anche nell’ammetterlo alla partecipazione della natura di Dio attraverso la grazia. Per questo motivo l’atto della creazione dell’uomo e il porre ai suoi piedi l’armonia dello stesso creato, il donare ad esso l’amicizia, è manifestazione di misericordia da parte di Dio Padre che per bocca del figlio ci annuncia di chiamarci «amici» [Gv 15,15] dopo averci riscattati dalla condizione di «servi» [Gal 3, 13].

Nella sua enciclica Dives in misericordia, dedicata al mistero della Misericordia di Dio [cf. QUI] nel 1980 il Santo Pontefice Giovanni Paolo II ci guida a riflettere che in Cristo e mediante Cristo, Dio Padre diviene particolarmente visibile nella Sua Misericordia; ed il tutto mette in risalto quell’attributo della divinità che già l’Antico Testamento ha definito «Misericordia», o come ripete il salmista «Perché eterna è la Sua Misericordia».

Porta Santa san Giovanni Paolo II

L’anziano e malato Giovanni Paolo II prostrato in ginocchio dinanzi alla Porta Santa

Cristo conferisce a tutta la tradizione vetero-testamentaria della Divina Misericordia un significato definitivo. Non soltanto parla di essa e la spiega con l’uso di similitudini e di parabole, ma soprattutto egli stesso la incarna e la personifica. Egli stesso è, in un certo senso, la Misericordia. Per chi la vede in lui – e in lui la trova – Dio diventa particolarmente «visibile» quale Padre «ricco di misericordia» [Ef 2, 4], [Cf. Dives in Misericordia, 2].

L’espressione dell’Apostolo Giovanni: «Chi vede me, vede il Padre» [cf. Gv 14,9], riferita al Cristo che poco prima si era proclamato via, verità e vita [cf. Gv 14,6], sottintende il proprio essere divino cuore pulsante e visibile della Misericordia del Padre. Il Cristo ci offre quindi la Misericordia come cibo e fonte di acqua viva: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete». Il tutto anche con riferimento ai Sacramenti di grazia, che sono l’ espressione più grande della Misericordia di Dio, tutti. Sebbene in questo Giubileo della Misericordia ve n’è uno in modo particolare al quale accostarsi, il Sacramento della penitenza e della riconciliazione, la confessione.

Il Santo Padre Francesco apre la Porta Santa

Attraverso i suoi doni di grazia, Dio ci apre sempre il cuore della sua eterna Misericordia, purché noi accogliamo, accettiamo e, all’occorrenza, cerchiamo o andiamo incontro alla sua Misericordia. Per essere accolti nel cuore della sua Misericordia basta infatti un solo, sincero e profondo: «Signore abbi pietà di me». Come il cieco di Gerico che avendo udito che passava Gesù si mise a gridare «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio [cf. Lc 18,35-43].

porta santa papa francesco-001

il Santo Padre Francesco s’inchina all’ingresso della Porta Santa

In questo Giubileo della Misericordia siamo chiamati a identificarci col cieco di Gerico, chiedendo con fede la guarigione dalla cecità originata dal nostro peccato, per sentirci dire dalla fonte eterna e viva della Misericordia che è Dio: «Abbi di nuovo la vista, la tua fede ti ha salvato». E noi loderemo Dio prostrati in ginocchio, «Perché eterna è la Sua Misericordia», perchè la nostra fede ci ha salvati. E noi cominceremo a seguirlo ed a glorificarlo, liberi da quel peccato che ci rende ciechi e chiusi alle azioni della grazia del Padre Creatore, del Figlio Redentore, dello Spirito Santo Consolatore.

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Cari Lettori,

ogni tanto ci appelliamo al vostro buon cuore per mandare avanti L’Isola di Patmos, per la quale, come sapete, dobbiamo affrontare vari costi di gestione, ed ogni tanto i mezzi scarseggiano, specie quando a fine anno dobbiamo rinnovare l’abbonamento ai servizi internet per i vari programmi a pagamento di cui facciamo uso, per il server-business e via dicendo. Per questo confidiamo nella vostra umana … Misericordia!

Potete offrirci un obolo attraverso il comodo e sicuro sistema Paypal che potete trovare nella home-page. Grazie a voi siamo sempre riusciti a sostenere i costi di gestione, cosa di cui vi ringraziamo molto, perché siete per noi il segno concreto della Divina Provvidenza.

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Giovanni Cavalcoli
Dell'Ordine dei Frati Predicatori
Presbitero e Teologo

( Cliccare sul nome per leggere tutti i suoi articoli )
Padre Giovanni

La Chiesa e la filosofia. La ragione è capace di verità

— Theologica —

LA CHIESA E LA FILOSOFIA.
LA RAGIONE È CAPACE DI VERITÀ

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[…] da qui vediamo quanto è stolto il fideismo luterano, che col pretesto di esaltare la verità della Parola di Dio, riduce a mera opinione, per non dire a sofismi ed errori quella filosofia di Aristotele, che da secoli la Chiesa usava, con la mediazione di San Tommaso, per l’interpretazione del dato di fede.

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Autore Giovanni Cavalcoli OP

Autore
Giovanni Cavalcoli OP

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Per aprire l’articolo cliccare sotto

05.12.2015   Giovanni Cavalcoli, OP – LA CHIESA E LA FILOSOFIA

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Un articolo di Roberto de Mattei sul “Sacco di Roma”

— Lettere dei lettori dell’Isola di Patmos

UN ARTICOLO DI ROBERTO de MATTEI SUL SACCO DI ROMA

 

Non conoscere la storia vuol dire non sapere chi siamo, da dove veniamo e verso cosa siamo proiettati. Non conoscere la storia vuol dire non conoscere il nostro essere, col serio rischio di pregiudicare così il nostro divenire futuro. Questo è il monito contenuto nell’articolo di Roberto de Mattei

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Autore Padre Ariel

Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

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Caro Padre Ariel.

Desidero segnalarle un articolo del Prof. Roberto de Mattei su Corrispondenza Romana, perché si tratta di un articolo che mi ha profondamente colpita e vorrei sapere che cosa ne pensa lei. In passato avete dibattuto in modo anche acceso con questo Professore, ma non penso che questo influenzi più di tanto il suo giudizio.

Adriana Sampieri

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Cara Lettrice.

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lo storico Roberto de Mattei, direttore dell’Agenzia Stampa Corrispondenza Romana

Non ho mai cessato di stimare il Prof. Roberto de Mattei, cosa che ho ripetuto più volte soprattutto quando ho mosso nei suoi riguardi delle critiche tutte incentrate su questioni puramente dottrinarie, pastorali o storico-ecclesiali. Sappia poi che fino a quando si dibatte vuol dire che si è sempre vivi nel senso più profondo e cristiano del termine. Credo infatti di appartenere, assieme al domenicano Giovanni Cavalcoli, alla tradizione dei “guerrieri”, dei “lottatori”.  Guerre e lotte, le nostre, non certo ispirate alle arene dei gladiatori, ma alla genuina tradizione dei Padri della Chiesa; Guerre e lotte che si svolgevano in quei centri di dibattito filosofico e teologico nei quali spesso i Padri giunsero all’uso delle mani, a volte anche all’uso dei bastoni, od a corpi contundenti di varia foggia. È accaduto infatti varie volte nel corso della storia che nelle assise dei grandi concilî dogmatici intervenissero i soldati posti a presidio esterno della grande aula, prontamente accorsi per dividere i vescovi che animati nelle loro discussioni finirono per scatenare risse furibonde tra di loro.

Erano tempi davvero splendidi, quelli! Ancòra non vigeva l’odierno clerical-correct  fatto di dire e non dire, di lasciar intendere in modo “prudentemente” ambiguo … figurarsi poi se i Padri della Chiesa riuniti in concilio per definire i grandi dogmi avessero principiato col dire che il Figlio poteva essere anche consustanziale al Padre, ma … un po’ si e un po’ no, secondo le varie circostanze. O immaginiamo se avrebbero mai coniato una formula ibrida e ambigua per mettere d’accordo gli ariani coi Padri della Chiesa che accusavano Ario di eresia lanciando contro di lui fulmini e saette.

Assieme alla teologia dogmatica ho sempre praticato la storia del dogma, perché a mio parere, senza una solida base storica il dogma rischia di rimanere sospeso tra cielo e terra, o peggio di mutarsi in qualche cosa di etereo, in mero intellettualismo metafisico, mentre la metafisica deve stare col cuore elevato al cielo verso la Gerusalemme Celeste ma al tempo stesso coi piedi ben saldi a terra nella Gerusalemme Terrena.

Il dogma nasce da una precisa storia radicata nei Vangeli che narrano un evento straordinario: l’irruzione di Dio nella storia dell’uomo attraverso il Mistero del Verbo fatto uomo. E da questo evento narrato dai Vangeli che è cuore pulsante del deposito della nostra fede, parte la nostra storia.

Noto spesso, invece, da parte di non pochi confratelli sacerdoti e di non pochi teologi una certa propensione a dimenticare, o peggio a non conoscere proprio la storia. E chi non conosce la storia è condannato a ripeterla, com’ebbe ad affermare George Santayana [Madrid 1863 – Roma 1952], uno dei maestri del realismo critico: «Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo» [cf. Reason in Common Sense].

La sintesi di Roberto de Mattei mi pare di fondo questa; una sintesi che nasce peraltro dal suo mestiere, che è quello dello storico.

Il 2 di maggio, durante una conferenza tenuta a Roma presso i Francescani dell’Immacolata [cf. QUI], nel corso di quei discorsi molto articolati ebbi a lamentare che oggi «la storia procede così velocemente che a volte si ha quasi l’impressione di non averla mai vissuta».

Non conoscere la storia vuol dire non sapere chi siamo, da dove veniamo e verso cosa siamo proiettati. Non conoscere la storia vuol dire non conoscere il nostro essere, col serio rischio di pregiudicare così il nostro divenire futuro. Questo è il monito contenuto nell’articolo di Roberto de Mattei, che segue un preciso rigore scientifico.

Un articolo bello e condivisibile che la ringrazio di averci segnalato e che con piacere segnaliamo a nostra volta ai lettori dell’Isola di Patmos.

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Per leggere l’articolo di Roberto de Mattei cliccare QUI

 

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