Divorziati risposati? La parola spetta adesso a Pietro, sul quale Cristo ha edificato la sua Chiesa
DIVORZIATI RISPOSATI? LA PAROLA SPETTA ADESSO A PIETRO, SUL QUALE CRISTO HA EDIFICATO LA SUA CHIESA
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Dal discorso del Sommo Pontefice Francesco: « […] Mentre seguivo i lavori del Sinodo, mi sono chiesto: che cosa significherà per la Chiesa concludere questo Sinodo dedicato alla famiglia? Significa anche aver spogliato i cuori chiusi che spesso si nascondono perfino dietro gli insegnamenti della Chiesa, o dietro le buone intenzioni, per sedersi sulla cattedra di Mosè e giudicare, qualche volta con superiorità e superficialità, i casi difficili e le famiglie ferite. Significa aver cercato di aprire gli orizzonti per superare ogni ermeneutica cospirativa o chiusura di prospettive, per difendere e per diffondere la libertà dei figli di Dio, per trasmettere la bellezza della Novità cristiana, qualche volta coperta dalla ruggine di un linguaggio arcaico o semplicemente non comprensibile. Nel cammino di questo Sinodo le opinioni diverse che si sono espresse liberamente – e purtroppo talvolta con metodi non del tutto benevoli – hanno certamente arricchito e animato il dialogo, offrendo un’immagine viva di una Chiesa che non usa “moduli preconfezionati”, ma che attinge dalla fonte inesauribile della sua fede acqua viva per dissetare i cuori inariditi ».
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Nel corso degli ultimi dieci giorni, il Padre Giovanni Cavalcoli ed io abbiamo disquisito su alcune delle tematiche più scottanti in fase di discussione al Sinodo sulla famiglia, basta scorrere i nostri ultimi articoli per trovare tutte queste recenti disquisizioni.
Se non fossimo uomini di fede e non vivessimo il sacerdozio e la speculazione teologia come un servizio, oggi potremmo rallegrarci con l’infelice frase: «Avevamo ragione!». Cadendo in tal modo nell’errore da noi criticato attraverso l’accusa rivolta a coloro che hanno tentato di “dogmatizzare” le proprie opinioni sul pretesto della presunta difesa delle verità di fede.
Noi non abbiamo alcuna ragione, perché nessuno ha ragione, nessuno ha vinto e nessuno ha perso. Chiunque difenda la verità dall’errore non segna la vittoria propria, ma la vittoria di Cristo. L’unica vittoria è stata infatti quella del Corpo della Chiesa, che attraverso il Collegio dei Padri Vescovi riuniti in sinodo ha fatto prevalere, nell’ossequio e nell’obbedienza alla fede, il pastorale senso comune.
Sia però chiaro: al momento non è accaduto niente e nessuna disciplina è stata modificata. Il Santo Padre dovrà scrivere la Esortazione Apostolica post sinodale, che è un atto suo, personale, nel quale potrà o non potrà tenere conto della relazione finale e di quanto emerso dalle discussioni dei Padri Sinodali. Per il momento, la disciplina alla quale attenersi, è quella sino a oggi dettata dalla Chiesa, senza alcuna alterazione.
A smuovere i cuori di certi farisei rinchiusi nel microcosmo dei loro legalismi cervellotici, non c’è riuscito neppure il Verbo di Dio fatto uomo, quindi non ci riusciranno certo i Padri dell’Isola di Patmos, che desiderano però rivolgere a costoro un supplice invito al sensus fidei : «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato» [cf. Mc 2,27-28]. In queste parole e in quelle che seguono è spiegato tutto ciò che ogni pio cristiano dovrebbe sapere:
«Così avete annullato la parola di Dio in nome della vostra tradizione. Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini » [cf. Mt 15, 7-9].
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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A CONCLUSIONE DEI LAVORI DELLA
XIV ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI
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